la Processione a Piandarca (PG) ricorda le origini dell'Ofs


SAB 10 – DOM 11 MAGGIO
PELLEGRINAGGIO A CANNARA E ASSISI
DELL' OFS-LAZIO -
Partenza ore 06.00 Via Castrense (P.za S. Giovanni)

info: marco 347-7721328


NEWS / OFS d'ITALIA 

Domenica 27 aprile 
la  Processione a Piandarca (PG)
ricorda le origini dell'Ofs
presente il Consiglio Nazionale Ofs, con il vescovo di Assisi monsignor D. Sorrentino e le autorità locali. su "FRANCESCO IL VOLTO SECOLARE" E IL SITO NAZIONALE IL RACCONTO E LE FOTO.

Pian d’Arca è una località di campagna situata al confine del territorio di Cannara con Bevagna, a sud ovest di Assisi, da cui dista poco più di dieci chilometri. In questo luogo, secondo la tradizione tramandata dai biografi, Francesco tenne la famosa "Predica agli uccelli" e concepì l'idea del terz'ordine.

A Cannara è tuttora molto viva la tradizione di ripercorrere in processione, ogni anno, il viottolo di campagna, che la memoria orale ha indicato di generazione in generazione, seguito da San Francesco, fra’ Angelo e fra’ Masseo dopo che ebbero lasciato questo castello in direzione di Bevagna.
Una pietra scolpita, di discrete dimensioni, è collocata a margine del sentiero là dove la tradizione vuole che sia avvenuta la famosa “Predica”. Essa ne sostituisce un’altra, molto antica, fatta oggetto di trafugamento nel passato. Il percorso, di circa tre chilometri, si snoda in aperta campagna, costeggia per alcuni tratti dei corsi d’acqua e termina davanti a una graziosa Edicola innalzata nel 1926, in occasione del VII Centenario della morte del Serafico Padre. Durante la processione si recita il S. Rosario alternando le preghiere con canti francescani e mariani. Al termine, nello spazio antistante l’Edicola, viene celebrata la S. Messa.

Quest'anno la processione è solennizata dalla presenza del Consiglio Nazionale Ofs, del consiglio regionale insieme alle fraternità dell'Umbria, e dalla partecipazione del vescovo di Assisi monsignor Domenico Sorrentino. 

testimonianze / GIUSEPPINA BERETTONI



Lei ci ha lasciato, in particolar modo alla testimonianza di una fede granitica, totalitaria, che ha vissuto per tutta la vita, in un continuo rapporto con il suo unico Amore, Nostro Signore Gesù Cristo. Certo, Carità e Speranza non le sono mai mancate, anzi hanno illuminato tutta la sua vita, ma è la Fede, quella che Lei ha vissuto con totale ed impressionante disponibilità, ad illuminare questo quartiere e la nostra Speranza.                                                                                                                                                                                         Guido Fiorani, ofs
                                               

Centro G. Berettobi / Messa di suffragio


Questo 17 aprile, terziari e amici di Giuseppina hanno voluto ricordare, con una S. Messa in suffragio, i coniugi Maria e Pio Antico primi propugnatori del Centro G. Berrettoni. 

L’Eucarestia celebrata all'altare del Sacro Cuore della Basilica di Sant'Antonio in via Merulana, è stata presieduta da Padre Benedetto ofm, in latino secondo il Rito antico.
Ciò è ora possibile dal momento che il primo novembre scorso è infatti entrato in vigore il Motu Proprio “Summorum Pontificum” con il quale Papa Benedetto XVI ha autorizzato la celebrazione delle Messe anche adottando il rito antico, codificato di  Papa Pio V, con alcune riforme di Giovanni XXIII.

LE CARATTERISTICHE DEL CULTO VALDESE. CATTOLICI E VALDESI, LE DIFFERENZE.


"Le comunità cristiane non devono mai riunirsi se non per ascoltare la predicazione della Parola di Dio... Là dove la Parola di Dio non è predicata, sarebbe meglio non cantare, né leggere, né riunirsi"

Con queste frasi brevi e incisive Martin Lutero esprimeva la base e il senso del culto evangelico. La predicazione della Parola di Dio è, infatti, il suo centro e la sua base. V'è spazio per il canto e per la preghiera, il riferimento alla Bibbia determina tuttavia anche i contenuti degli inni cantati e delle preghiere pronunciate. Semplicità e sobrietà sono tratti distintivi del culto evangelico che non necessita di luoghi o tempi particolari.

Anche la funzione del predicatore che preside l'assemblea non ha alcun carattere sacro. La sua funzione è distinta non tanto per questioni di principio ma soprattutto per ragioni pratiche, in quanto la comunità stessa riconosce in tale persona particolari competenze in materie bibliche nonché la maturità nella fede. 

La struttura del culto, basata sull'alternarsi delle letture bibliche, del canto e delle preghiere può essere suddivisa in seguenti sezioni:

- l'apertura
- la confessione del peccato
- la lettura della Bibbia
- la predicazione
- la confessione di fede
- la preghiera d'intercessione
- la chiusura con la benedizione finale.
 
La Cena del Signore è celebrata solo in alcune occasioni. In linea di principio è la comunità stessa che decide la frequenza della sua celebrazione che può variare da quattro volte all'anno fino alla frequenza mensile. Nell'ordine del culto la Cena del Signore s'inserisce tra la confessione di fede e la l'intercessione.

Le sue principali parti sono:
- il racconto della sua istituzione dal Nuovo Testamento
- preghiera di ringraziamento (dal verbo greco eucharisteo deriva il nome "eucaristia" usato nelle chiese cattoliche e ortodosse)
- invocazione dello Spirito santo
- la frazione del pane e la benedizione del calice del vino
- la distribuzione del pane e del vino alle persone partecipanti.

Anche in questo caso qualunque persona chiamata dalla comunità può presiedere la celebrazione della Cena del Signore. Tale prassi è legata alla visione biblica dei sacramenti che sono due: la Cena del Signore appunto e il battesimo. Questi segni non hanno altra funzione che rappresentare le promesse del Signore davanti ai nostri occhi e anche di esserne pegno, devono essere considerati come delle "appendici dell'Evangelo", intese a confermare e rappresentare il suo contenuto, subordinate dunque alla Parola letta e meditata nella Bibbia, annunciata e spiegata nella predicazione.
Nonostante diverse accentuazioni dottrinali rispetto alle chiese cattoliche e ortodosse il culto evangelico nella sua struttura corrisponde all'antica prassi delle prime comunità cristiane, le cui tracce sono tuttora visibili nelle liturgie di tutte le chiese. Ad esempio nella messa cattolica che si divide in liturgia della parola e liturgia eucaristica si possono individuare gli stessi elementi del culto evangelico.

A parte le complesse differenze nell'interpretazione dell'eucaristia, la discordanza fondamentale è che nel culto evangelico non può mancare la predicazione, mentre nella messa cattolica non può mancare la parte eucaristica, intesa come centro della liturgia.



Valdesi e Metodisti
così si presentano ...

Metodisti e Valdesi sono cristiani che appartengono alla famiglia delle chiese evangeliche o protestanti.  I valdesi sono presenti in Italia sin dal Medioevo, solo a metà del XIX secolo hanno ottenuto un editto di tolleranza, solo da quel momento hanno potuto esprimere la loro fede senza incorrere in repressioni, diffondendosi in l'Italia con un'opera di proselitismo e in Sud America (zona del Rio de la Plata) con l'emigrazione. 

I metodisti, chiesa sorta in Inghilterra nel XVIII secolo, sono presenti in Italia dalla metà dell'Ottocento. Nel dopoguerra le due chiese hanno intensificato la collaborazione, giungendo nel 1979 ad un Patto di Integrazione che le unisce in un'unica comunità confessionale di cui è espressione il sinodo annuale.
Le chiese valdesi e metodiste lavorano in stretta collaborazione con altre chiese evangeliche in Italia nel quadro della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Mantengono relazioni molto strette con le chiese protestanti nel mondo partecipando al Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC). 

La chiesa valdese ha in comune con tutte le confessioni cristiane le confessioni di fede dei concili ecumenici del primi secoli della Chiesa: il Credo, il Simbolo Niceno Costantinopolitano. Dopo la Riforma, e la divisione che ne é risultata nella cristianità, le chiese evangeliche hanno sottoscritto però delle nuove confessioni di fede che definiscono il loro modo di intendere il cristianesimo. Anche la chiesa valdese ha fatto questo in un momento particolarmente tragico della sua storia, nel 1655, quando era in corso una crociata delle truppe francesi e sabaude nelle valli del Piemonte. 

 a cura di Cesare Catarinozzi


Riflessioni ...

A TRE MESI DAL PRIMO INCONTRO PER LA “SETTIMANA DELL’UNITA’ DEI CRISTIANI”
 
Questa iniziativa ha lasciato tutti noi entusiasti e con una gran voglia di continuare questo percorso iniziato insieme.
Si è venuto a creare un ambiente familiare e sereno nel quale ognuno si è sentito a proprio agio, sperimentando la gioia dello stare insieme all’insegna dell’amore fraterno.
E’ un’esperienza che arricchisce di sensibilità spirituale e di esperienze di Dio che rendono la nostra Fede più piena.
Ci dobbiamo sforzare di conoscere il più possibile le altre religioni professate dalle persone che abbiamo a fianco ogni giorno, cercando di sviluppare una capacità di confronto e di dialogo.Ciò richiede un grande rispetto per le loro convinzioni e le loro scelte, ma anche una grande disponibilità ad imparare dagli altri.

Solo con un rapporto sincero si potrà provare a superare le distanza e favorire occasioni di comunione fraterna. Mi sono resa conto che non bisogna essere prevenuti perché il lavoro maggiore lo fa il “Signore” attraverso il Suo “Spirito”. Non bisogna mai stancarsi di confidare nel nostro “Signore” che ci accomuna e ci lega.
La mia speranza è che si concretizzi la proposta fatta dal pastore Valdese di programmare per il prossimo anno una serie di incontri su tematiche che accomunano San Francesco e Valdo.
Carla Pasquini, ofs


LA FRATERNITA’ SANT’ANTONIO RICAMBIA LA VISITA ALLA COMUNITA’ VALDESE DI PIAZZA CAVOUR

Roma, 12/4/ 2008 – La fraternità il giorno 16 aprile ha ricambiato la visita che la Comunità Valdese le aveva fatto a fine febbraio.
E’ stata ricevuta cordialmente dal pastore Valdese Antonio Adamo e da alcuni membri della sua Comunità di pazza Cavour.

Il pastore Adamo ha fatto un excursus storico del movimento Valdese in Italia riagganciandosi a quanto rappresentato nel precedente incontro. In particolare alla fine del 1100, quando si era formato a Milano un gruppo di Valdesi che avevano costruito una stazione di accoglienza o schola (luogo di riunione, di formazione e di preghiera). I barba (gli zii) erano i predicatori itineranti. A due a due percorrevano la zona loro affidata, visitando i gruppi di fedeli clandestini. Le sorelle Valdesi erano occupate a preparare il mangiare ed erano esperte in medicina popolare.

La prima grande spaccatura si ebbe quando una parte consistente di Valdesi di Lombardia dette vita ad un gruppo autonomo. I poveri Lombardi  favorevoli al lavoro mentre i poveri Francesi ritenevano che i predicatori non dovessero lavorare ma vivere di offerte.
I Valdesi si riunivano per parlare di Gesù e studiare a memoria i Vangeli e le altre parti della Bibbia.
Il movimento Valdese nonostante fosse stato oggetto di repressioni e persecuzioni riuscì a proseguire la sua opera di testimonianza centrata sulla fedeltà al Vangelo, espandendosi nella nostra penisola, in Austria, in Germania, nell’Europa dell’Est (repubblica Ceca), ecc.

Nel 1530 la rete spirituale che il movimento Valdese aveva costruito era efficientissima. Ciò consentì al movimento di sopravvivere.

Nel 1532 i Valdesi aderirono alla Riforma protestante, uscendo così dalla clandestinità. Costruirono i primi templi e in questo modo manifestarono la loro separazione dalla Chiesa Cattolica. Iniziarono così le persecuzioni dirette che culminarono nel 1655 con le “Pasque piemontesi” che videro l’occupazione delle valli del Pinerolo ed il massacro della popolazione Valdese.
I Valdesi trascorsero molti anni in esilio, in particolare a Ginevra, tentando più volte il ritorno alle loro terre.

Nel 1689 una spedizione di un migliaio di uomini intraprese una marcia che portò i Valdesi a riconquistare le terre dalle quali erano stati cacciati. Si tratto però di una situazione di ghetto. I Valdesi acquistarono la libertà sotto Carlo Alberto (1848).

Oggi i Valdesi in Italia sono circa 30.000 di cui la maggior parte risiede in Piemonte nella zona montana delle valli Chisone, Gennanasca, e Pellice.
Si contano 100 Comunità e la loro organizzazione si ispira al principio assembleare cioè ogni Chiesa è retta da un’assemblea che nomina il suo Consiglio locale (10-7 persone) preposto all’amministrazione ed alle attività della Chiesa stessa. Il pastore è un membro di questa Consiglio e generalmente lo presiede. E’ più comune che il Consiglio di Chiesa abbia un suo presidente.
Cesare Catarinozzi, ofs

CORSO DI FORMAZIONE REGIONALE 2007-2008


ECOLOGIA AMBIENTALE ED ECOLOGIA MENTALE
CORSO DI FORMAZIONE REGIONALE  2007-2008

Sabato 12 aprile si è svolto il 6° incontro del Corso di formazione regionale presso l’Università del Seraphicum, centrato quest’anno sull’approfondimento di temi riguardanti la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato.

La mattinata ha visto affrontare temi relativi alla Salvaguardia del Creato, guidati e sollecitati da Alfonso Cauteruccio e Giancarlo Bonelli, dell' associazione Green Accord.

Un bel momento di meditazione sul Cantico delle creature ha spezzato la giornata, che è ripresa nel pomeriggio, con un laboratorio di giornalismo tenuto dalle d.sse Valentina Celani, Daniela Cinque e Chiara Codini, dell' Università La Sapienza.

Prossimo appuntamento (l'ultimo): sabato 24 maggio. Il Corso è aperto a tutti.



Greenaccord  è un' Associazione Culturale, di ispirazione cristiana nata per stimolare l’impegno di tutti gli uomini di buona volontà di qualsiasi credo o confessione religiosa, sul tema della salvaguardia della natura. Si rivolge al mondo dell’informazione nazionale ed internazionale allo scopo di sollecitare una riflessione laica approfondita e un dibattito continuativo sul ruolo e la responsabilità del giornalista nei confronti delle tematiche ecologiche.
Per Greenaccord definizione del concetto di “ecologia” riguarda sia la salvaguardia ed il rispetto della natura (ecologia ambientale), sia il rispetto dell’equilibrio dei processi psico-cognitivi, linguistici e comportamentali dell’individuo (ecologia mentale).