documenti Ofs Lazio

Latina, 16 dicembre 2009
Inizio Novena di Natale


Al ministro della fraternità
Prot. n° 34 /CM 12/09


«Dal Signore, che si è fatto “piccolo” per renderci “grandi” (cioè, figli di Dio), desideriamo, in questo Natale, imparare almeno l’alfabeto essenziale nell’arte di essere umili.» (Mons. G. Petrocchi, Natale 2009)

   Carissimi,
l'Incarnazione che celebriamo in questi giorni sia per noi un’occasione per meditare sull’umiltà, prendendo esempio da Colui che, “pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini” (Fil 2,6-7). 

Un altro anno sta terminando, ma il 2010 si preannuncia già carico di possibilità di crescita per ciascuno di noi e le nostre fraternità. Il calendario fraterno delle attività vi è stato già inviato da tempo e vi invitiamo eventualmente a consultarlo sul nostro sito web www.ofslazio.it . Ci teniamo però a sottolineare alcuni appuntamenti.
1.
Il primo sarà a Roma il 1° gennaio (ore 11 a Piazza Pia) per celebrare la Giornata mondiale della Pace insieme alla Comunità di S.Egidio. Il tema di quest’anno (“Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato”) ci interpella in modo speciale come francescani.
2.
Ricordiamo poi che a Frascati (presso il Convento dei Frati Minori) prosegue il Corso di formazione regionale. Il prossimo appuntamento è il 9 gennaio (dalle 9,30 alle 16). Per tutti i prossimi incontri (fino ad aprile) la mattina ci incontreremo con fr.Pietro Maranesi, mentre nel pomeriggio il diacono Antonio Cappelli ci guiderà alla conoscenza della Liturgia.
Per gli Assistenti si rinnova il tradizionale appuntamento del Corso nazionale, che si terrà ad Assisi (Centro di spiritualità “Barbara Micarelli”) dal 25 al 29 gennaio sul tema “La grazia delle comuni origini francescane”. Per informazioni rivolgersi al Segretariato nazionale: 075 8064531.
3.
Il 31 gennaio, in occasione della festività liturgica della Beata Ludovica Albertoni, terziaria e co-patrona di Roma, siamo tutti invitati a partecipare alla Celebrazione eucaristica che si terrà presso la Basilica di S.Francesco a Ripa alle ore 18,30.
4.
A fine febbraio vivremo la grande opportunità della Visita fraterna e pastorale del Consiglio nazionale alla nostra Fraternità regionale.
5.
Il 27/2 i visitatori incontreranno il Consiglio regionale, mentre la mattina di domenica 28 febbraio è convocata l’Assemblea regionale. L’incontro, si svolgerà, come altre volte, a Roma presso la Parrocchia S.Giovanni Bosco (zona Cinecittà, via dei Salesiani 7). Si inizierà con la S. Messa alle 8,30 in Basilica per poi scendere nel salone (fino alle 13 circa). All’Assemblea sono invitati in modo particolare i Ministri e gli Assistenti locali, ma è gradita la partecipazione anche di altri fratelli che lo desiderino.
6.
Su sollecitazione di molti, il Consiglio regionale ha pensato di organizzare percorsi specifici per le famiglie. Essendo però il calendario già molto fitto, per quest’anno abbiamo stabilito una sola data, in occasione della quale tutte le famiglie francescane del Lazio si incontreranno per una giornata di festa e conoscenza. Questa giornata si svolgerà il 16 maggio e al più presto vi daremo altre notizie.
7.
Infine, ma non per importanza, l’Evento francescano “Semplicemente fratelli”. 
Dal 28 al 30 maggio a Padova l’Ofs e la GiFra d’Italia si incontreranno per un grande appuntamento di festa, confronto, riflessione, per cercare di costruire insieme la fraternità universale. Un obiettivo alto e impegnativo, che richiede il contributo fattivo di ciascuno di noi. Per questo siamo tutti invitati a prendere visione del programma e di tutte le indicazioni sul sito nazionale www.ofs.it . L’organizzazione non viene gestita a livello regionale: ogni zona è invitata ad organizzarsi autonomamente. Vi invitiamo a fare un grande sforzo affinché l’appuntamento di Padova possa essere davvero una bella occasione per tutta la famiglia Francescana!
8. In allegato trovate il giornalino CeMi. Vi invitiamo caldamente a leggerlo con attenzione e a divulgarlo nelle vostre fraternità.

In conclusione, invitandovi a riflettere sulle parole iniziali, scritte dal Vescovo di Latina, cogliamo l’occasione per inviare a ciascuno di voi, alle vostre famiglie e fraternità i più sentiti auguri per un Natale ricco di frutti spirituali.

     Il Signore ci doni la Sua pace!

Luca Fabietti
Ministro Regionale


Ofs Lazio - Piazzale San Lorenzo fuori le mura, 6 - 00185 Roma - tel e fax 06 99705232
Vi informiamo che la segreteria regionale è aperta con i seguenti orari:
lunedì ore 12-15; martedì ore 13-16; giovedì ore 12-15; venerdì ore 9-12.
Sito internet: www.ofslazio.it - e mail: consiglio@ofslazio.it

All'ombra della Basilica

Testimoni: Arnaldo Canepa


ARNALDO CANEPA
CATECHISTA FRANCESCANO
Sarà l’esperienza della conversione e la scelta di divenire terziario francescano (nella fraternità Maria Immacolata di via Veneto)c he spingerà Canepa, insieme ad altri confratelli, a recarsi nelle disagiate periferie romane per dedicarsi ai ragazzi.
Nella parrocchia di Quadraro e Centocelle Arnaldo aveva scoperto la sua vocazione: sarà catechista per 40 anni, fino alla morte. Con lui nasce il COR, Centro Oratori Romani.


IL PROBLEMA : L’APOSTASIA DELLE MASSE

E’ il 15 aprile 1946 quando queste parole che sembrano pronunciate nell’attuale fase di emergenza educativa, come la chiama la C.E.I., vengono pubblicate sul primo numero del bollettino del C.O.R. (Centro Oratori Romani), associazione da poco fondata da Arnaldo Canepa, laico, terziario francescano della Fraternità dell’Immacolata Concezione in via Veneto.
Canepa nasce a Roma in via degli Spagnoli (dietro piazza del Popolo) il 24 settembre 1882, da una famiglia abbastanza agiata, proprietaria fra l’altro di un noto ristorante in via Vittorio Emanuele Orlando. Dopo un’iniziale educazione religiosa presso i padri Scolopi di Alatri, abbandona presto ogni pratica religiosa vivendo nell’indifferenza e nello spirito anticlericale che caratterizzava gli anni successivi all’invasione piemontese di Roma, pare pure con frequentazioni socialiste e massoniche. Egli stesso definì in seguito quel periodo “ senza sapore “ e “ stupido ”.

VOCAZIONE

Un po’ misogino a fronte di alcune fallite avventure sentimentali, era di carattere comunque sensibile, colto e parlava correttamente il francese e l’inglese, appresi da autodidatta.
La sua conversione resta avvolta in un fitto mistero. Un giorno di maggio del 1921, passeggiando per via del Tritone, per caso o per curiosità si afaccia nella piccola chiesetta di Santa Maria Odigitria, durante una predica in onore della Madonna e ne esce sconvolto.
Fin dal 1922 inizia a frequentare assiduamente i frati cappuccini della chiesa dell’Immacolata Concezione di Via Veneto, associandosi al locale Terz’Ordine Francescano, nei cui registri comincia da allora a comparire il suo nome. Professo il 23 dicembre 1923, rivestirà vari incarichi tra cui quello di Ministro.

L’APOSTOLATO

Insieme ad alcuni confratelli Terziari e della Conferenza di San Vincenzo parte in missione nel periferico e disagiato quartiere romano del Quadraro, dove in collaborazione con il Parroco della Chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio, comincia a dar vita ad un circolo giovanile e poi ad un oratorio vero e proprio. Sorgono strutture di fortuna, poi sempre più stabili con aule per il catechismo, campi da gioco ed un piccolo teatro.

L’EUCARESTIA AL CENTRO

Il fulcro educativo dell’attività pastorale di Canepa fu sempre la Santa Messa Domenicale con i bambini ed i ragazzi, poi la catechesi inframmezzata magari da una breve colazione con brioche, giochi ed attività ricreative. Dopo la Seconda guerra mondiale cominciò a maturare il progetto di costituire un’istituzione che promuovesse l’oratorio nelle parrocchie romane, idea che si concretizzò dapprima in un’opera denominata “Sinite Parvulos“, poi Federazione Oratori Romani, quindi definitivamente Centro Oratori Romani (C.O.R.).
Canepa segue personalmente, finchè può, tutti gli oratori associati, muovendosi sempre a piedi o con mezzi pubblici, malgrado disponga di adeguate risorse finanziarie, che preferisce mettere a disposizione delle sue opere. Così dal centro all’ estrema periferia fa ogni giorno la spola mettendo in pratica la convinzione che “la Chiesa o è missione oppure non è Chiesa “.
Nel 1956 gli oratori a Roma sono 55, i catechisti 560, i ragazzi partecipanti quasi diciottomila (considerando che a quel tempo v’erano solo un centinaio di parrocchie contro le 360 attuali).

MORIRE DA POVERO

Negli ultimi anni della sua vita, vedendo ormai svanire le sue forze, si ritirò presso la Clinica Santa Maria della Fiducia, all’Appio Tuscolano, dove morì il 2 novembre 1966 in seguito ad una trombosi cerebrale che lo aveva colto nella solennità di Ognissanti. Lo trovarono le suore della Clinica stessa, steso per terra: il modo più povero e solo di morire. Aveva 85 anni, di cui 45 dedicati all’apostolato negli oratori. Sepolto al Verano, la salma venne traslata il 23 novembre 1989 all’interno della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria del Buon Consiglio al Quadraro, dove egli aveva iniziato la sua missione. I resti mortali di Canepa sono oggi custoditi in un sacello di granito rosso posto sulla sinistra della navata centrale. La ricognizione della salma effettuata dalle autorità ecclesiastiche in occasione della traslazione testimonia che il suo corpo è integro e non si è decomposto. Il 6 dicembre 1992, Sua Santità Giovanni Paolo II, visitando la parrocchia vi sostò in preghiera e ne benedisse la tomba. Il 26 maggio 1993 fu pubblicato l’editto relativo all’inizio della causa di Canonizzazione del Servo di Dio , Catechista della diocesi di Roma, Terziario Francescano.

* Antonio Fasolo, Ofs



“Chi lavorasse per fini naturali nell’Oratorio non troverebbe altro che inciampi e delusioni. La spiegazione di molti che non perseverano, dei contrasti interni, della tiepidezza nell’azione, derivano tutti dall’assenza di questo primo pilastro che è la coscienza di lavorare per amore di Dio e al servizio di Dio”.

“Cari catechisti… non dite mai “non ho tempo”. La mancanza di tempo è piuttosto l’espressione della mancanza di convinzione: non si è pienamente persuasi della grande importanza della nostra missione che non è di insegnare delle risposte a memoria,  ma di fare cristiani .


“Non si deve confondere la povertà  con la miseria:  la miseria è la mancanza del necessario. Gesù non l’ha mai consigliata.
Ha invece sempre insegnato di amare la povertà,  che consiste nel disprezzo del lusso  e di tutte le cose similari”. 


E’ fuor di dubbio che, ai nostri giorni, il problema più urgente è quello di rimediare al male tremendo che affligge la nostra società: quello di intere masse prive di ogni formazione e istruzione religiosa... La famiglia e la scuola... troppo spesso oggi vengono meno al loro compito... Non rimane che la parrocchia...“. 
“I fanciulli… Dobbiamo imparare a stimarli di più. Non dico di amarli! Perché amarli, più o meno, bisogna amarli tutti. Ma anche stimarli”. 


Chiedere a Marco per acquistare la biografia:
Arnaldo Canepa. Vita e metodo di un catechista laico dell'oratorio
di Castro Piero, Spada Duilio, Missori Paolo - ed. Paoline


Per saperne di più su internet: vai al sito SANTI E BEATI
oppure alle pagine dedicate dal sito del COR al loro fondatore, ricco anche di foto e power point

   scheda
Il Centro Oratori Romani (C.O.R.)

E’ un'associazione dì catechisti/animatori della Diocesi di Roma, fondata nel 1945 da A. Canepa, un laico catechista. Da oltre cinquanta anni, l'associazione si pone come finalità religiose e sociali la promozione di un servizio dì accoglienza tra i ragazzi nelle parrocchie di Roma attraverso uno stile di animazione del tempo libero con attività sportive, teatrali, culturali e ricreative, finalizzato all’integrazione tra fede e vita. A tale scopo offrire spazi di servizio nell'impegno associativo e nel volontariato ecclesiale, per promuovere la pastorale oratoriana nella Diocesi di Roma offrendo un valido supporto alle comunità parrocchiali.
A servizio delle parrocchie, l'Associazione offre sostegno nella formazione dei catechisti/animatori, nell'organizzazione dell'oratorio feriale e festivo, nel suggerimento di programmi e metodi, nella sperimentazione di iniziative educative, nella promozione della cooperazione e solidarietà tra oratori. E' attiva, dal 1993, una convenzione con il Ministero della Difesa per l'impiego di giovani catechisti in servizio civile presso gli oratori parrocchiali, finalizzato alla promozione dell'oratorio quotidiano. Fanno attualmente riferimento l'associazione 48 oratori parrocchiali, nei quali operano740 educatori, con una frequenza media di circa 150 ragazzi per ogni oratorio.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIU'

Pentecoste 2009


“DESIDERANDO SOPRA TUTTE LE COSE LO SPIRITO DEL SIGNORE 
E LE SUE OPERE”.

(REG. BOLLATA 10.8; REG. OFS I.11)

Per noi francescani secolari che abbiamo rinnovato la nostra fedeltà alla regola perché la nostra vita sia sempre un conformarsi al Vangelo e a Francesco nell’ubbidienza alla Chiesa così da portarci a vedere sempre nel volto dei fratelli dei poveri e dei sofferenti il volto di Cristo, così da portarci a trattare tutti con gesti d’amore … 

Con questa intenzione nel cuore, nel giorno di Pentecoste di quest’anno i fratelli e le sorelle terziarie di Sant’Antonio, memori che lo Spirito Santo è la sorgente della loro vocazione, hanno rinnovato il loro “si” al progetto di vita che il Signore ha pensato per loro.
Il rinnovo delle professioni è avvenuto dopo la Santa Messa, quando, com’è inveterata tradizione, i terziari si sono riuniti nell’Aula Sant’Antonio, suggestivo sipario delle grandi occasioni.
In questo giorno, infatti, la Fraternità ha celebrato, sotto la guida del suo Ministro Guido Fiorani e di Padre Antonio Baù, l’ammissione di due consorelle Anna Xerra e Carmen De Mieri e del confratello Carlo Garbini. A loro, visibilmente commossi, è stato imposto il TAU e consegnata la Regola e il Vangelo affinché la loro vita sia “un itinerario continuamente rinnovato di conversione e di formazione, aperti alle istanze che vengono dalla società e dalle realtà ecclesiali, passando dal vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo nella dimensione personale e comunitaria di questo itinerario” (Reg, I, 8).
Hanno ricordato cin la propria Fraternità in festa il 25mo anniversario della Professione Angela Lori, Angela Oboh Umukoro, Elvio Pettinella, Oslavia Baldacci, Stefano Umukoro.
Era presente finalmente anche Rosa Antonucci che terminato (perchè cristiana non è stato rinnovato il permesso) il lungo servizio medico in Eritrea ora si trova in Tanzania, ma sempre continua a seguire la vita di fraternità anche attraverso queste pagine di Squilla ora anche in versione internet.

il "Metodo" Sara Letardi


CONSIGLI DI UNA MAMMA PER RISOLVERE IL PROBLEMA DEL SONNO: UN LIBRO SENZA LACRIME AGGIUNTE, SULLA NANNA DEI BAMBINI. L’HA SCRITTO LA NOSTRA CONSORELLA SARA LETARDI, ESPERTA IN FISICA DEI BIOSISTEMI, DIVENTATA …. ESPERTA MAMMA!

… IL MIO BAMBINO
NON MI DORME


Sara Letardi, sposata e madre di tre figli, vive a Roma. Si è laureata in Fisica con una tesi in fisica dei biosistemi e per diversi anni ha lavorato presso enti di ricerca, pubblicando diversi articoli su riviste specializzate. Dopo la nascita dei suoi figli ha iniziato ad interessarsi a tematiche legate all'allattamento, alla crescita dei bambini e, in particolare, ai problemi relativi alla gestione del sonno infantile.

Il mio bambino non mi dorme, Bonomi Edizioni, è un libro nato dall'esperienza pratica di una mamma lavoratrice che, dopo molte notti insonni, si è messa alla ricerca di spunti e consigli per trovare un equilibrio tra il suo sonno e quello dei bambini. Ma non solo: in copertina, un bollino annuncia che si tratta di un volume "Senza lacrime aggiunte". Che significa? Leggi l'intervista con Sara Letardi

Come è nata l’idea del libro?
Il libro è nato da un'esperienza personale. Il mio secondo bambino si risvegliava molto spesso durante la notte ed io non riuscivo più a gestire la situazione. Così mi sono messa alla ricerca di spunti e consigli che mi potessero aiutare a trovare un equilibrio tra il suo sonno e il nostro, bilanciando le sue esigenze con le nostre, restando però in linea con le nostre scelte educative (allattamento a richiesta, risposta al pianto del bambino, sonno condiviso).
Il libro ha un taglio molto pratico, da manuale: hai seguito personalmente i metodi che suggerisci?
Nel libro sono proposti numerosi consigli che ho raccolto durante le mie ricerche per aiutare mio figlio a riposare bene. Ho seguito personalmente alcuni dei consigli illustrati mentre per altri mi sono basata sui racconti dei genitori e sulle loro esperienze. Poiché ogni bambino è unico, avere a disposizione una varietà di consigli può aiutare i genitori a “trovare quello giusto”.

Cosa significa il bollino “senza lacrime aggiunte”?
“Senza lacrime aggiunte” vuol dire che nel libro si prendono le distanze dai metodi basati sul “lasciar piangere”. Il bambino usa il pianto per comunicare, non rispondere al suo pianto vuol dire interrompere una relazione. La domanda da porsi è sempre la stessa: lasciando piangere un bambino gli si insegna a contare sulle proprie forze o a non contare più sulla mamma e il papà?

Tra mamme ci si scambiano spesso consigli .. e altrettanto spesso non si seguono o si fa il contrario pensando che “il nostro caso” sarà diverso: che né pensi? Che responso ha avuto il tuo libro, e il tuo metodo?
Penso che sia giusto che ogni mamma rielabori quanto legge in un libro o sente dalle amiche per riadattarlo alla propria situazione. Non possono esistere ricette universali, ogni coppia mamma-bambino ha delle caratteristiche uniche e particolari di cui non si può non tenere conto. Per questo, quello che ho cercato di trasmettere nel libro, non è tanto un “metodo” o una ricetta, ma un modo per elaborare una propria strategia per risolvere (o limitare) i problemi legati al sonno.
Il responso delle mamme è molto positivo, mi scrivono che il libro piace! Io credo che si sentano sollevate quando scoprono come tante aspettative sul sonno siano non solo irrealistiche ma anche infondate e che possono seguire con più serenità il proprio istinto. Inoltre mi scrivono che hanno trovato molti spunti per aiutare i bambini a riposare meglio... 

Quali sono le tue, personali, tecniche di conciliazione lavoro-famiglia?
Sarebbe bello poter rispondere a questa domanda!!! Purtroppo non ho tecniche... mi improvviso giorno per giorno... certo, sul lato pratico posso contare sull'aiuto del marito, dei nonni e della nostra baby-sitter, ma ogni giorno è una sfida, un incastro. Hai presente Tetris? Da piccola qualche volta ci giocavo, mi piaceva far combaciare tutti i mattoncini... ora che sono “grande” il gioco è un po' cambiato nella forma ma la sostanza è la stessa: si tratta di far combaciare tanti piccoli pezzi. E qualche volta, se un pezzo non si incastra, bisogna saperci rinunciare. Nella mia esperienza personale, inoltre, come “antidoto” alla lontananza sono stati fondamentali l'allattamento prolungato (una mamma che lavora non ha la necessità di svezzare proprio figlio e, anzi, poppare è un modo dolcissimo che i bambini hanno per dirci “Bentornata, mamma!”) e il sonno condiviso (perché cosi bambini potevano recuperare di notte il contatto e la vicinanza con noi genitori).

clicca qui 
PRESENTAZIONE E VIDEO INTERVISTA PER BONOMI EDITORE





Santa Maria, donna feriale - di don Tonino Bello


Santa Maria, donna feriale, aiutaci a comprendere che il capitolo più fecondo della teologia non è quello che ti pone all'interno della Bibbia o della patristica, della spiritualità o della liturgia, dei dogmi o dell'arte. Ma è quello che ti colloca all'interno della casa di Nazareth, dove tra pentole e telai, tra lacrime e preghiere, tra gomitoli di lana e rotoli della Scrittura, hai sperimentato, in tutto lo spessore della tua antieroica femminilità, gioie senza malizia, amarezze senza disperazioni, partenze senza ritorni.
Santa Maria, donna feriale, liberaci dalle nostalgie dell'epopea, e insegnaci a considerare la vita quotidiana come il cantiere dove si costruisce la storia della salvezza. Allenta gli ormeggi delle nostre paure, perché possiamo sperimentare come te l'abbandono alla volontà di Dio nelle pieghe prosaiche del tempo e nelle agonie lente delle ore. E torna a camminare discretamente con noi, o creatura straordinaria innamorata di normalità, che prima di essere incoronata regina del cielo, hai ingoiato la polvere della nostra povera terra.
don Tonino Bello


Con gli auguri di Remo Di Pinto
della Fraternità di San Francesco a Ripa
e vice-Ministro dell'Ofs d'Italia

Fraternità Immacolata via Veneto

fondata nel 1880, compie 120 anni 
la fraternità di via Veneto

UNA FRATERNITA’ MISSIONARIA
NEL NOME DI MARIA IMMACOLATA

La Fraternità “Immacolata Concezione”, sita nel convento dei Frati minori cappuccini, in via Veneto, ha origini lontane.
Il registro delle professioni, alla pagina uno, reca il nome della consorella la cui “vestizione” risale al 1880.
E’ una data antica, come antico è il registro che la contiene: entrambi portano i segni del tempo.
Della prima, ciò che stupisce è la sovrana precisione con cui vengono annotati i nomi e date: caratteri tutti uguali, diligentemente allineati e vezzosamente inclinati a sinistra; del secondo è l’austerità della rilegatura e il colore giallo delle pagine.
Ancora più sorprendente è la rilevante vitalità che si coglie sfogliando le pagine ed anni. Molti sono i nomi dei professi, molte le attività di formazione, di servizio e le opere di misericordia. Ci sono nomi noti: molti fratelli si sono distinti per la loro spiritualità francescana e per il loro servizio di apostolato.

IL LABORATORIO.

Saldamente unita alle attività di carattere religioso-spirituale, si colloca, nella vita della fraternità, quella di laboratorio. Di questa si perde memoria del suo inizio. E’ vitale, perché missionaria; si rigenera ogni anno delle energie di molte consorelle e “simpatizzanti” (non terziarie) che assiduamente la praticano. Produce lavori d’interesse artistico; coagula intorno a sé persone di varie attitudini, tutte animate da spirito di abnegazione.

LA MOSTRA MISSIONARIA.

La Fraternità che porta il nome di Maria Immacolata, nella celebrazione di questa solennità, trova il suo momento di forza e di tripudio. In questa occasione, spalanca le porte a tutti coloro che vogliono festeggiare e visitare la sua mostra. Per molti visitatori è una data da non dimenticare, è un’occasione da non perdere per fare beneficenza. Sono amici, ma ancor di più, fratelli che vogliono sostenere la missionarietà dell’Ordine francescano secolare, e quindi, della Chiesa.

* Ida, Branella, ofs 


MOSTRA-VENDITA MISSIONARIA 
dell'Immacolata 2009

presso la Basilica di San Lorenzo P.le San Lorenzo Fuori le mura 6


LAVORI DI RICAMO DI ALTO INTERESSE ARTISTICO E PRATICO
E VARI OGGETTI DI ARTIGIANATO.

domenica 6 
martedì 8 FESTA dell’Immacolata
giovedì 10 – sabato 12 – domenica 13 dicembre
dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19

Il ricavato sarà devoluto a favore delle missioni
e dei più bisognosi. 

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Reprint - Festa dell'Immacolata 2007 e 2008

Festa dell'Immacolata 2007


BENEDIZIONE DELLA NUOVA STATUA DELL’IMMACOLATA  

ALLA SEMPLICE CERIMONIA PRESENZIATA DAL PADRE ASSISTENTE FERNANDO CAMPAGNA E' SEGUITA LA PARTECIPAZIONE ALLA SANTA MESSA ANIMATA DALL' "ASSOCIAZIONE ANTONIANA" CHE RICORDAVA L'ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE. POI, INSIEME TUTTI ALLA MOSTRA MISSIONARIA DELL'IMMACOLATA, ORGANIZZATA DALLA FRATERNITA' OFS DI VIA VENETO. 

La mattina dell’8 dicembre, un piccolo drappello di terziari e di amici di san Francesco si è riunito per l’ inaugurazione di una statuetta all’Immacolata. Padre Fernando Campagna ha proceduto dunque alla sua benedizione, terminata con canto in cui si percepiva l’intima dolcezza del momento. L’immagine, offerta dalla fraternità dalla consorella Carla Pasquini – ha ricordato il padre assistente – vegli su un perseverante cammino d’autentica conversione di vita. Durante l’omelia della Santa Messa – cui si è partecipato dopo la breve cerimonia – padre Fernando ha inquadrato, a nostra maggiore conoscenza, nella formulazione del dogma, il concetto d’ “immacolata concezione”. La devozione alla Beata Vergine Maria, l’Immacolata ha tanto ha segnato questi ultimi due secoli di storia della spiritualità cattolica, non solo nella speculazione teologica, ma fin nelle più recondite pieghe della percezione popolare del mistero, da Maria stessa rivelato a Bernardette Soubirous nelle grotta di Massabielle a Lourdes. La Santa Messa era animata dall’Associazione Antoniana che ricordava il proprio anniversario di fondazione.

LA MOSTRA MERCATO DI VIA VENETO 2007

Dopo la Messa, presa la metropolitana, ci siamo recati ad incontrare la fraternità OFS di via Veneto. E’ assistita dai frati minori cappuccini, già conosciuti come "i frati del popolo", specie durante le varie epidemie che hanno colpito Roma e anche nel periodo dell'ultima guerra e nelle discriminazioni razziali. Il vecchio convento è stato sede del governo generale dell'Ordine. Ora è sede della Curia Provinciale dei cappuccini romani, che si impegnano nelle varie attività di preghiera, di studio e di apostolato.
L’accoglienza è stata semplice e festosa. La Mostra-mercato propone quasi esclusivamente opere di artigianato fatte dalla Fraternità stessa. Prodotti alimentari, dall’olio alle conserve di frutta, provengono dalla lavorazione in proprio. Poi, decupages e artigianato del legno. I prodotti tessili vengono confezionati da un laboratorio che vede riunite le consorelle per l’intera giornata del giovedì. Durante la lavorazione possono venir fatte letture edificanti, utili anche a non cadere nel chiacchiericcio. Nella giornata, si sa che la fraternità è comunque aperta e operante: motivo per potersi incontrare più facilmente tutti.


Nel 2008 la nostra Fraternità ha ospitato per il secondo anno consecutivo il Ritoro d'Avvento di zona che cade in concomitanza della 1ma domenica di questo tempo forte dell'anno liturgico. A tenere le meditazioni fu P. Stefano Cecchin della Pomtificia Accademia Mariana Internationalis. Con Maria ci siamo, dunque, avviati a contemplare il mistero dell'Incarnazione di Nostro Signore Gesù Cristo. L'8 dicembre successivo c'è stata la visita alla Mostra Missionaria della fraternità dell'Immacolata. Quest'anno essa si tiene presso il convento dei cappuccini della basilica di San Lorenzo f.m. perchè il complesso di via Veneto è in radicale opera di ristrutturazione. 
 


 MOSTRA MERCATO MISSIONARIO
DI VIA VENETO 2008
 
NELLE CRONACHE DI SQUILLA FRANCESCANA

Esposizione Vaticana, 1887-89
Com’è tradizione, la Fraternità dell’Immacolata di via Veneto ha organizzato quest’anno la Mostra dei lavori del laboratorio artigianale, frutto dell’impegno di un anno dalle terziarie/i e simpatizzanti del Terz’Ordine.
Tutte lavorazioni d’altissimo livello, sempre più rare da trovarsi in questi tempi dell’usa e getta, del prodotto sintetico di lavorazione industriale.
Oggetti che occorre saper “ammirare” nei dettagli dove noi oggi, invece sommersi da una moltitudine di stimolazioni percettive, ci facciamo capaci solo di un distratto sguardo d’insieme. Non solo lavori di cucito, ma anche ceramica dipinta a mano, oggetti d’artigianato in materiali vari per la decorazione della casa. specialmente in vista delle prossime festività natalizie. Senza tralasciare di ricordare la possibilità di acquistare prodotti dell’Azienda agricola della Del Grillo, che vanno dall’olio al miele e tutto di qualità garantita.
Infine, oggettini da mercatino, cartelle artistiche e libri, tra cui quel “Io sono Bartimeo” della consorella Clara D’Esposito, che è anche tra i più gettonati nella biblioteca della nostra fraternità.
Il ricavato delle vendite è devoluto alle Missioni cappuccine così come lo è da noi per le Missioni dei minori quanto ottenuto dalla vendita dei Gigli durante la festa di sant’Antonio del 13 giugno.
Mostra Missionaria 2008
Dalla scorsa estate, grazie anche all’assiduo impegno di Ida, è stata aperta in un locale su strada, proprio sotto le scalinate della chiesa dell’Immacolata, una Mostra permanente di pittura e oggettistica etnica che permette di avvicinare tanti negozianti e impiegati dei numerosissimi uffici della zona, turisti e visitatori della celebre Via Veneto.
Un’iniziativa che, andando oltre il primo intento di essere punto informazione e solidarietà con i missionari che operano in altri paesi del mondo, è divenuta anche una preziosa occasione d’evangelizzazione per questa nostra città sempre più scristianizzata!



L'illustrazioni che accompagnano questo articolo accostano (in basso) il banchetto missionario allestito da Gianpiero Rosati ... davvero in puro stile cappuccino! Come dimostra (in alto) un’incisione del 1887 dello stand delle Missioni Cappuccine realizzato per L’Esposizione Vaticana, 1887-89. Si trattava di un’Expo’ del mondo cattolico del tempo, regnante Leone XIII.

O Vergine Immacolata


 

Poesia di Rosita Taddeini
Quel buio del cuore 
che solo la Grazia può rischiarare …

L’OSCURITA’ IN CARAVAGGIO E’ SIMBOLO DELLA REALTA’
MINACCIOSA E MISTERIOSA CHE CIRCONDA LA VITA DI OGNI UOMO

Nella Galleria Borghese di Roma c’è una delle tele a mio avviso più straordinarie di Caravaggio, soprattutto per la capacità che il pittore ha avuto di esprimere il mistero dell’Immacolata Concezione di Maria in modo originale e per quei tempi audace e nuovo: la Madonna dei Palafrenieri, dipinta per uno degli altari di San Pietro nel 1606. La tela, come altre del grande pittore, fu inizialmente rifiutata dai commitenti, e fu rimossa dalla sua collocazione dopo poche settimane.
Certamente l’opera è originale, nuova nell’impostazione e nel modo di raffigurare il mistero, immergendolo nella quotidianità fatta anche di oscurità e di spietata verità.
Ciò che appare è una madre che schiaccia un serpente insidiosamente intrufolatosi in casa, ma il bambino pone il suo piedino su quello della madre schiacciando con lei il serpente. Sant’Anna guarda ammirata e meditabonda, il tutto è immerso nella tipica oscurità di Caravaggio, un simbolo forte ed eloquente della realtà minacciosa e misteriosa che circonda la vita di ogni uomo, quel buio del cuore che solo la grazia può rischiarare. La grazia, nella tela, viene dall’alto, come un’aurora piena di speranza.
Il cuore del pittore, sempre tormentato e dolorante, in fuga e prigioniero delle sue fragilità, guarda con speranza a quel gesto della Madre e del Figlio, lo descrive con amore e desidera che nella sua vita di ogni giorno quella vittoria sul male possa divenire realtà, dissipando le sue tenebre.

Commento di Marco Frisina
Poesia di Rosita Taddeini

Francesco secondo Alda Merini


«IL CANTO FRANCESCANO DI ALDA, DALLE VOLUTE SIMILI ALL'INCENSO DI UNA LITURGIA O AI RITMI REITERATI, MAI PERÒ IDENTICI, DI UNA MELOPEA ORIENTALE, SEGUE UNA TRAMA COERENTE CHE AFFIORA PROGRESSIVAMENTE DI PAGINA IN PAGINA. È QUELLA DELLA STESSA AGIOGRAFIA, OSSIA DELLA VITA DEL SANTO, COSÌ DA DARE AL LETTORE L'IMPRESSIONE DI ESSERE DI FRONTE A UNA LIBERA RIPRESA POETICA DELLA LEGENDA DI SAN FRANCESCO, DOPO LA MAIOR DI S. BONAVENTURA...». Gianfranco Ravasi


Alda Merini, una delle voci più autentiche
della nostra letteratura ci ha lasciati.
La ricordiamo riproponendo un tributo a lei
dedicato lo scorso anno su Squilla Francescana


«Canto di una creatura»
san Francesco nei versi di Alda Merini 

La poetessa Alda Merini, temprata dall’esperienza di un lungo ricovero in una casa di salute mentale, ha scritto vari volumetti di poesia a carattere religioso. L’ultima delle sue “fatiche” è dedicata a S. Francesco. Riportiamo qui alcuni versi, che gettano una luce nuova sul poverello di Assisi: 

“Dio, come sono diventato cieco / 
dopo tanti sguardi d’amore: / 
non vedo più nulla, / oppure vedo troppo, / 
oppure sono così accecato dal sole / 
che non posso non / stendere un tappeto / 
per questa valanga rutilante di fede”.

O ancora (qui stiamo invece a circa metà del volumetto): 

“Io mi sento abbandonato / da te. Signore, / 
come colui che si fa attendere / troppo a lungo,/ 
come l’innamorato / che fa vibrare / 
le corde del suo silenzio. / 
Che ne è di quell’orrendo batiscafo / 
che sono le mie parole? / 
Che ne è di quella nave senza timone / 
che è il mio sguardo?”.

Rilettura di un’esperienza mistica straordinaria e intime rispondenze autobiografiche sembrano intrecciarsi fecondamene in questa nuova opera dell’autrice milanese. Con, al fondo, l’idea che sia possibile cantare il dolore, nota costante della poesia di Alda Merini.
Cesare Catarinozzi, ofs




PASSIONALITÀ D’ACCENTO
E VERTIGINE DELL’ASSOLUTO


“ … LIUTO DI DIO”, “… POVERA CHIOSA”, 
“ … PRIMO ARTIGIANO”; 
E ANCORA: “MENTECATTO”, “SERVITORE”, 
“ELEMOSINIERE”; E “CAMMELLO” E “BIADA”; 
INFINE, RIFERENDOSI A CRISTO, “ … PONTE BUTTATO 
TRA LA TUA NASCITA E LA TUA RESURREZIONE”.

Questo dice di sé Francesco 
nell’omonimo canto poetico a lui dedicato da Alda Merini 
(Canto di una creatura, Milano, Frassinelli, 2007, pp. 142, € 14,00), 
una delle più forti voci della letteratura italiana dei giorni nostri.




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Canonizzazione di S. Sigismondo Felice Felinski

11 OTTOBRE

TORNARE PER UN GIORNO IN FAMIGLIA.
DI MARIA.

In festa per la canonizzazione di S. Sigismondo Felice Felinski

Francesca, Leopolda, Franca, Guido, Carla, Marco ... gli ultimi nomi iscritti di generazioni di terziari della nostra Fraternità che si sono succeduti in servizio dei poveri di Sant'Antonio e della sua Mensa.
Negli ultimi anni, prima dell'arrivo di fra Antonino, essa è stata accudita dalle Suore Francescane della Famiglia di Maria che in questo inizio autunno hanno avuto la gioia di vedere riconosciuta dalla Chiesa Universale la santità del fondatore del proprio Istituto,  San Sigismondo Felice Felinski. Per Squilla Francescana, Carla ha scritto una breve testimonianza.

E’ stato un piacere poter salutare suor Teresa e suor Maria in occasione della santificazione del fondatore della loro Congregazione “Suore Francescane della Famiglia di Maria” San Sigismondo Felice Felinski.
Hanno prestato il loro servizio per tanti anni nella mensa di Sant’Antonio.
Lavorare con loro è stato per me una grazia del Signore. Dimostravano sempre grande spirito d’amore e grande disponibilità. Avevano sempre la stessa dedizione, per tutti un sorriso, una parola di speranza e per tutte le persone che incontravano un attimo da dedicare a loro. Non solo i bisogni materiali venivano soddisfatti ma anche quelli più intimi e propri della persona. Erano capaci, con il sorriso sulle labbra, la serenità dello sguardo e l’umiltà dei gesti, di portare conforto e sollievo. Offrivano il calore del loro cuore e incoraggiavano chi era sfiduciato o chi ormai aveva perso il senso della vita. Azioni semplici ed abitudinari, lavori senza ricompensa, che solo il Signore sa valorizzare, e ciò per risvegliare faticosamente una scintilla di speranza e di amore. Tutti coloro che frequentavano la mensa potevano sperimentare la bellezza di questo amore, poteva sentire la profondità della gioia che in essa regnava.
Stando insieme a loro ho imparato che l’esperienza quotidiana di intima unione al Signore dà un ritmo armonioso e pieno di gioia alla giornata. Questo rimettersi completamente nelle mani del Signore, questo fidarsi dello Spirito Santo è ricchezza di pace e di gioia. Ciò in quanto chi si pone al servizio degli altri manifesta l’amore, la dedizione ed il servizio dello stesso Signore che è sempre in mezzo a noi. La carità è come un sole, penetra e riscalda e mostra a tutti che il Signore esiste e pensa ininterrottamente a tutti noi. La nostra vita deve essere come un Vangelo vivente traboccante di carità verso i nostri familiari e vicini. Sorgente del nostro amore deve essere la fiducia illimitata ed il filiale abbandono al Signore.
Sono state sempre per me un modello di vita. Nelle mie giornate faticose mi rifaccio al loro insegnamento ossia che le energie che il Signore ci elargisce ogni giorno instancabilmente non vanno sprecate, ma devono essere impiegate proficuamente. Le porterò sempre nel mio cuore.
Un grazie alle nostre suore ed una preghiera per loro affinché il Signore stia sempre vicino nella loro preziosa attività, avendo a modello il loro fondatore San Sigismondo Felice Felinski.
Carla Pasquini, ofs