28 APRILE / MEMORIA DEL BEATO LUCCHESE DA POGGIBONSI Lucchese con sua moglie Bonadonna furono certo la prima più fulgida stella nel firmamento della santità coniugale francescana.



Il 28 aprile di ogni anno, la Chiesa fa memoria di vari santi, sante e beati  tra cui si ricordano S. Pietro Chanel, sacerdote e missionario martire in Oceania, S. Luigi Grignon de Monfort, Santa. Gianna Beretta Molla  ... ma anche il beato Lucchese da Poggibonsi, il cui culto fu approvato da papa Pio VI e che la tradizione francescana addìta come primo terziario.

1.

Cosa significa questo per noi oggi e cosa significa primo terziario?

Nelle nostre riflessioni sul testo di Antonio Fregona, abbiamo visto come S.Francesco abbia vissuto dopo la sua conversione, in uno stato di vita penitenziale per almeno due o tre anni (tra il 1207 ed il 1209) prima di arrivare ad una svolta decisiva per la sua vita, nell’ascolto del brano evangelico sul mandato missionario (Mt. 10,7-10).

Siamo  probabilmente a martedì 24 febbraio 1209, festa di S. Mattia apostolo, ed anche dopo aver ricevuto, per grazia di Dio, dei fratelli, il gruppo continua a qualificarsi come  “ penitenti di Assisi ” e tali rimangono fino a quando di fronte ad Innocenzo III a Roma ( aprile 1209 ) , ricevono un’approvazione orale della loro “Forma Vitae” e l’imposizione della “tonsura”, passando così dallo stato di penitenza a quello clericale, da Poenitentes a Minores , dando origine al Prim’Ordine Francescano.
Ottenuto ufficialmente dal Papa, il mandato di predicare a tutti la penitenza, ecco che accade un fatto straordinario. Francesco ed i suoi compagni vivono di Provvidenza, non hanno casa, non hanno vestiti, se non pochi stracci, mangiano e bevono quando capita, altrimenti digiunano, sembrano dei pezzenti e dei reietti ... eppure cominciano ad attrarre le folle, persone di ogni età, sesso, provenienza e ceto sociale. San Bonaventura parla di chierici, laici, vergini e coniugati. Tutti vogliono seguirlo, imitarlo e condurre la sua stessa vita anche se durissima.
E’ noto l’episodio raccontato dai fioretti in cui frate Masseo gli chiede:”perché a te, perché a te, perché a te tutto il mondo viene dietro....”.
Si tratta molte volte di uomini e donne che hanno impegni nel mondo e sono uniti dal vincolo sacro del matrimonio: per loro Francesco fondò il Terz'Ordine Francescano (si pensa al 1211-1212) dando pure una regola di vita (probabilmente la Lettera ai Fedeli, “recensio prior“, del 1215).
Quasi subito molti appartenenti al terz’Ordine Francescano si distingueranno per fama e santità e saranno ricordati dalle cronache del tempo.
Alcuni esempi: la romana Prassede con la figlia (3Cel, 8-9) Jacopa dei Settesoli (3Cel. 37-39) Elisabetta d’Ungheria (1207-1231), San Luigi IX, Margherita da Cortona, Angela da Foligno, Rosa da Viterbo. Tra i meno noti, Pietro Pettinaio, Umiliana dei Cerchi, Cecilia da Firenze, Margherita da Città di Castello, Chiara da Montefalco, Michelina da Pesaro, Mea da Siena, Lucia da Venezia, Nevolone da Faenza, Elzeario e Nicolino da Siena ...e molti altri.

2.

Nel XIV sec. un frate francescano della provincia Aquitana, Arnaldo da Sarano, scrisse la Cronaca del XXIV Generali (intendendo con ciò i Padri Generali dell’Ordine che separavano il suo tempo dalle origini minoritiche). A proposito della fondazione dell’Ordine della Penitenza dice: ”Nell’anno del Signore 1221 il beato Francesco istituì il Terz’ordine, che è detto dei penitenti, per coloro che, vincolati dal matrimonio, chiedevano insistentemente di fare penitenza. Il primo dei quali fu S. Lucio”.
Gli editori della Cronaca identificarono S. Lucio con il beato Lucchese da Poggibonsi.
L’area toscana (Poggibonsi, Faenza, Firenze ) insieme a quella umbra sembra la più quotata come luogo che richiama la prima fondazione o la prima fisionomia del Terz’Ordine.
Resta da spiegare sulla base di quale convinzione Arnaldo da Sarano considerò il beato Lucchese quale primo penitente ad entrare nel Terz’Ordine. Fermo restando che non si può per ovvia mancanza di fonti e di certezze storiche, stabilire un’ordine di precedenza, è tuttavia convinzione unanime che il beato Lucchese sia stato tra i primi a distinguersi nell’Ordine quanto a fama di carità e di santità e probabilmente il primo di cui si diffuse rapidamente il culto, che abbia prodotto, insieme alla moglie Bonadonna, autentici frutti di santità coniugale.
Insomma, se Lucchese non fu proprio il primo tra i penitenti del Terz' Ordine, lui e la moglie, come coppia “matrimonio iuncti“ furono certo la prima più fulgida stella nel firmamento della santità coniugale francescana.
La loro vita merita di essere indagata, conosciuta, divulgata in quanto meraviglioso esempio di tale santità, conseguita nella vita quotidiana, nell’esercizio dei propri compiti secolari, attingendo al forziere prezioso della spiritualità francescana, che tanti frutti di bene ha prodotto e, ci auguriamo, se vissuta integralmente, produrrà ancora nel  corso della storia della Chiesa.
Antonio Fasolo ofs



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BEATO LUCCHESE E BONA DA POGGIBONSI
SPOSI TERZIARI FRANCESCANI