Fraternità S. Antonio - Giornata Missionaria 2014 / INCONTRO CON P. JOSE' NZAU NZAU

Giornata Missionaria di Fraternità

DOMENICA 26 SETTEMBRE In chiusura del Mese Missionario pubblichiamo il report della Giornata Missionaria 2014 che si è tenuta presso la nostra fraternità e che ha recepito, come ogni anno, le sollecitazioni che la Chiesa ci propone in occasione della Giornata Missionaria Mondiale: "Periferie, cuore della missione".
Nella giornata abbiamo ricordato la nostra consorella Rosa Antonucci da molti anni oramai in Africa (prima in Eritrea, adesso in Tanzania) quale medico dell' AMI  (Associazione Missionaria Internazionale). Rosa che ci ha inviato l’articolo che pubblichiamo in un post ad hoc, ringraziando dell’offerta fatta dalla Fraternità all’AMI  in occasione  del Ritiro d’Avvento dello sorso anno.
Per l'anno entrante è confermata la raccolta di francobolli, cartoline, monete peri il “Centro Filatelico” dei Padri Comboniani. Si invita, inoltre, la Fraternità ha raccogliere oggetti per il “Mercatino missionario” del Laboratorio (referente: Franchesca Sechi) che va a favore delle missioni da parte della Curia generalizia dei Frati minori.
Altro nostra cura è stata in questi ultini anni il sostegno alla missione di P. José Nzau Nzau, Frate minore della Repubblica Democratica del Congo, con una offerta in denaro e la raccolta di rosari e piccoli oggetti devozionali da distribuire nella missione.

incontro con fr. Josè Nzau Nzau
della Repubblica Democratica del Congo

P. Josè Nzau Nzau è stato con noi domenica 26 ottobre per la Giornata Missionaria Mondiale che brevemente raccontiamo di seguito, dando anche delle coordinate per mettersi in contatto con lui e la sua missione attraverso l'Associazione Amici di Mutiene.

La tua mano

Tu, guardando la tua mano vedi lo stato della tua anima.
Fa' che la tua mano sia sempre pura e casta.
Fa' che la tua mano si apra sempre al fratello.
Fa' che la tua mano sia sempre callosa di un lavoro onesto e santo.
Fa' che la tua mano sappia sempre congiungersi in preghiera.
Fa' che la tua mano sia sempre aperta per donare il pane ai fratelli,
per asciugare le lacrime che solcano il viso di tuo fratello,
che sappiano sempre accarezzare il volto dei tuoi fratelli in qualsiasi stato si trovano.
Fa' che la tua mano dolce sappia chiudere gli occhi al fratello 
e aprirli alla nuova vita in Cielo.
Ricorda: La mano è il primo strumento sensibile dell'anima.

Carissimi fratelli e sorelle ,
Sono un frate Minore della Provincia Francescana della Repubblica Democratica del Congo, Africa.
Mi è stata affidata la Missione di coordinamento delle Missioni nella zona Ovest
di questo paese, dove i frati Minori non sono ancora conosciuti.
E' la prima volta che operiamo nel campo della pastorale parrocchiale.
Collaboro in questo campo con altri cinque confratelli, in tutti gli aspetti  sia religiosi che sociali. Facciamo appello alla vostra generosità, perché ci offriate un aiuto sia Spirituale che materiale.
Nel nome del Serafico Padre nostro San Francesco d'Assisi,
invoco su di voi la Santa Benedizione, assicurandovi le nostre preghiere.

Padre José Nzau Nzau
Missionario Francescano


CRONACA DELLA GIORNATA MISSIONARIA
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Per contribuire alla missione  e avere maggiori informazioni: http://www.amicidimutiene.org/

"Giornata missionaria: l'impegno centrale" - di Giulio Albanese

Approfondimenti

I missionari rappresentano un valore aggiunto per le nostre comunità. La loro testimonianza, infatti, è motivo di edificazione, soprattutto se si considera che viviamo in un mondo segnato da un’evidente crisi antropologica. Mai come oggi, anche nelle Chiese di antica tradizione, si avverte il bisogno di riscoprire la propria identità a partire dal Mandatum Novum rivolto duemila anni fa da Gesù Cristo agli apostoli. I missionari, da questo punto di vista, sono coloro che più di altri hanno interpretato il radicalismo evangelico, rendendo intelligibile la Buona Notizia, quale valido antidoto contro gli oscuri presagi del nostro tempo. Prendendo lo spunto dal magistero di Papa Francesco, il tema della Giornata Missionaria Mondiale (Gmm), che celebreremo domani nelle nostre parrocchie, ha una forte aderenza con il contesto planetario: «Periferie cuore della missione». 

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Preghiera della Giornata Missionaria Mondiale


Signore, inviato dal Padre, vogliamo uscire dalle certezze che frenano la nostra fede sempre uguale, non solo per ANDARE “lontano” ma per amare ed INCONTRARE chi sembra lontano da Te.

Con l’unzione del Tuo Spirito, che ci fa Sacerdoti, Re e Profeti, vogliamo esser Luce alla periferia di ogni vit, dove il buoio rallenta un cammino pienamente umano.

Dio, Padre della Vita, fa’ che raccogliamo le lacrime dei poveri nell’otre della nostra Speranza, e che essendo noi stessi DONO per gli altri, veniamo con i fratelli all’incontro con Te. Amen

LETTERA DI ROSA ANTONUCCI DALLA TANZANIA / pubblicata in occasione della Giornata Missionaria di fraternità

Giornata Missionaria Mondiale in fraternità 2 / Rosa Antonucci, ofs

CORRISPONDENZA
DALLA TANZANIA

“Certo manca la fraternità. Ogni tanto mi vien voglia di provare a mettere su una succursale di Sant' Antonio”.


C
arissimi,

con l’anno fraterno, qui a Bukumbi, mi appresto ad iniziare il secondo anno del progetto sanitario, ufficialmente partito a settembre 2013.

L’anno che è passato è stato ricco di incontri, occasioni di crescita, sfide, non pochi problemi, all’apparenza più grandi di noi, specie quelli culturali che non si sa mai come prendere, ma con l’aiuto di Dio le cose cominciano ad avviarsi e a procedere un po’ più speditamente.

Come saprete, qui all’ospedale di Bukumbi, l’AMI (Associazione Missionaria Internazionale) ha rilevato la gestione del CTC (Care and Treatment Centre) per i pazienti affetti da HIV, ed è qui che lavoro con altre due missionarie dell’Associazione, Alba e Angela.
La mancanza di risorse, di motivazione da parte dei responsabili e la discriminazione cui questi pazienti sono ancora soggetti, nonostante di HIV se ne parli, e tanto, avevano paralizzato le potenzialità del CTC che a pochi passi da un’insenatura del Lago Vittoria, si trova a servire un’ampia zona che si estende su entrambe le sponde del bacino. Zona di porti, che date le dimensioni del lago potremmo paragonare ai “porti di mare”, col loro via vai di gente, di pescatori che lasciano stagionalmente i loro villaggi per spostarsi in zone più pescose, zona di commercio con la sua transitoria prosperità che incoraggia una vita “allegra”… e il virus dilaga.

I primi mesi di studio della situazione ci avevano messe davanti a bisogni così vasti e a mezzi così limitati, per non parlare della difficile collaborazione con l’amministrazione della struttura, anche quella un po’ allegra, che la firma dell’accordo di cogestione ci era sembrato un salto nel buio, sulla sola parola del vescovo di Mwanza, che ci incoraggiava a restituire l’ospedale alla sua gente. Ma nel giro di pochi mesi, nuovi volti e nuove energie sono entrate nell’ospedale. Amministratori responsabili e motivati con i quali è rinata la speranza di uno sforzo comune verso il comune obiettivo di servire i poveri e gli ultimi e portare nelle nostre povere mani il volto del vero Guaritore delle anime e dei corpi.

Grazie al contributo di tanti amici in Italia, e tra questi non posso non ricordare e ringraziare la nostra fraternità, in quest’anno siamo riusciti a ristrutturare gli ambulatori del CTC.
Ora abbiamo stanze decorose, dove i pazienti possono essere visitati e ascoltati nel rispetto della privacy e dove abbiamo addirittura la luce e l’acqua corrente!
Ma soprattutto a garantire cure gratuite a tutti i pazienti, attualmente circa 900, in continuo aumento.

I farmaci antiretrovirali per sé sono distribuiti gratuitamente dalle grandi agenzie internazionali, e così anche i test di base per la diagnosi e la cura, ma poi capita che il paziente rischi la vita per una polmonite o una gastroenterite perché non può pagarsi le cure necessarie. E così, grazie al fondo dei sostegni terapeutici a distanza del progetto “Una famiglia da amare”, ora abbiamo una farmacia ben fornita e un’infermiera/farmacista che ci aiuta nella distribuzione.

La squadra del CTC si compone ancora di tre infermiere, tra cui due counselor, due addette all’archivio e un tecnico di laboratorio. Stiamo infatti pian piano attrezzando un piccolo laboratorio per il CTC dove i principali test diagnostici possano essere fatti in tempo reale e assicurati gratuitamente a tutti i pazienti.
Ma la famiglia non finisce qui: si allarga ad un gruppo di 15 persone, molti pazienti essi stessi del CTC, che prestano servizio come volontari dell’Home Based Care, l’assistenza domiciliare dei pazienti. Li vanno a trovare nei villaggi, continuano l’educazione sanitaria che viene offerta ogni mattina durante l’attesa per la visita, e si mettono in contatto con noi se qualche paziente sta male e non riesce a raggiungere l’ospedale.Grazie ai volontari riusciamo a rintracciare i pazienti che abbandonano le cure ed incoraggiarli a riprenderle; tramite loro cerchiamo di raggiungere le famiglie per lo screening dei partner e dei bambini, con loro combattiamo contro lo stigma che impedisce a tante persone affette di farsi avanti e cercare aiuto.

Tanto lavoro e poco tempo per il resto, e l’inculturazione va un po’ a rilento. Lo swahili è molto più facile del tigrino che non sono mai riuscita ad imparare mentre ero in Eritrea e, per quanto ogni tanto mi impelaghi in improbabili disquisizioni con pazienti che mi guardano interrogativi, il potermi rivolgere a loro direttamente nella loro lingua senza la mediazione di un traduttore è un grande passo avanti. Così come poter partecipare alla liturgia con gli altri sensi e non solo per fede…

Certo mi manca la fraternità. Ogni tanto mi vien voglia di provare a mettere su una succursale di S. Antonio, ma mi piace anche cercare di capire come funziona da queste parti. Nei villaggi più che movimenti e associazioni si trovano le comunità di base, “Jumuyia”: gruppi di fedeli solitamente organizzati per quartiere, che ogni settimana si incontrano per leggere insieme la Parola, pregare e discutere dei problemi della comunità e se possibile intervenire.

Poiché l’ospedale con gli alloggi del personale fa quartiere a sé, c’è una jumuiya che raccoglie tutti i cattolici che lavorano in ospedale (l’entrata è d’ufficio, con il contratto di lavoro), ogni jumuiya prende il nome dal santo protettore cui si affida, la nostra si chiama San Giuda Taddeo (che è anche il nome del nostro vescovo, cappuccino).
Lo scorso anno sono stata coinvolta solo marginalmente nelle attività della jumuiya, ma da quest’anno sono stata invitata a partecipare agli incontri e vedremo cosa ne verrà. Mi piacerebbe si facesse un po’ di più come pastorale sanitaria.
In ospedale c’è una cappella costruita da un missionario francescano, ma è sempre chiusa, mentre i pazienti durante la degenza mancano di un posto dove pregare e soprattutto del conforto dei sacramenti. Vedremo… Siamo all’inizio e le idee e i buoni propositi si affollano nella mente.

Come sempre seguirò le attività della fraternità tramite Squilla e gli aggiornamenti che Marco non manca di inviarmi. Da parte mia cercherò di non tardare troppo a darvi notizia di quaggiù. Non mi resta che augurare a tutti buona festa delle Stimmate e buon inizio dell’anno fraterno. Il Signore benedica il cammino di ciascuno e vi accompagni sempre.

Con affetto
Rosa


Contatti:
rosantonucci13@gmail.com

Rosa Antonucci                                                                               sito AMI
Ita Mwanza                                                                                        http://www.ami-ima.net
P.O. BOX 1564 Mwanza (Tanzania