I DOMENICA D'AVVENTO - commento di Adelaide Rossi - Anno C

Compariamo davanti a Cristo giudice un giorno: per non essere sorpresi impreparati. Gesù ci esorta a vegliare e a pregare in ogni momento.


Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».


I Domenica di Avvento
(Lc. 21, 25-28; 34-36) – C

Con questa prima domenica di Avvento comincia un nuovo anno liturgico. Il Vangelo che ci accompagnerà nel corso di questo anno, ciclo C, è quello di Luca.
La Chiesa coglie l’occasione di questi momenti forti, di passaggio da un anno all’altro, da una stagione all’altra, per invitarci a fare il punto sulla nostra rotta, a porci le domande che contano: “Chi siamo?”. Da dove veniamo? E soprattutto “dove andiamo?”. Nelle letture della Messa tutti i verbi sono al futuro. “Ecco verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto… In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per David un germoglio di giustizia…”.
A questa attesa, realizzata con la venuta del Messia, il brano evangelico dà un contenuto nuovo che è il ritorno glorioso di Cristo alla fine dei tempi: “Le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande”.
Sono toni e immagini apocalittiche. Invece si tratta di un messaggio di consolazione e di speranza. Ci dicono che non stiamo andando verso un vuoto e un silenzio eterni, ma verso un incontro, quello con colui che ci ha creato e ci ama più del padre e della madre.
Dal punto di vista cristiano, tutta la storia umana è una lunga attesa. Prima di Cristo si attendeva la sua venuta, dopo di lui si attende il ritorno glorioso alla fine dei tempi. Proprio per questo il tempo di Avvento ha qualcosa di molto importante da dirci per la nostra vita.
Un grande autore spagnolo, Caldéron de la Barca, ha scritto un dramma celebre intitolato La vita è sogno. Con altrettanta verità si deve dire: la vita è attesa! E’ interessante che questo sia proprio il tema di una delle opere teatrali più famose dei nostri tempi: “Aspettando Godot” di Samuel Beckett.
Di una donna che aspetta un bambino, si dice che è “in attesa”; gli uffici delle persone importanti hanno tutti la “sala d’attesa”. A pensarci bene però la vita stessa è una sala di attesa. Noi ci spazientiamo quando dobbiamo attendere per una visita, per una pratica. Ma guai se cessassimo di attendere qualcosa. Una persona che non si attende più nulla dalla vita è morta. La vita è attesa, ma è vero anche il contrario: l’attesa è vita! Che cosa distingue l’attesa del credente da ogni altra attesa, ad es. quella dei due personaggi che aspettano Godot? Lì si attende un misterioso personaggio, senza però alcuna certezza che egli venga davvero. Doveva venire al mattino, manda a dire che verrà al pomeriggio, poi la sera, forse il mattino dopo…
Non così il cristiano. Egli aspetta uno che è già venuto e che cammina al suo fianco. Per questo nelle domeniche successive ascolteremo Giovanni Battista che ci parla della sua presenza in mezzo a noi: “In mezzo a voi c’è uno che voi non conoscete!”.
Nel Vangelo di oggi Gesù dice anche come deve essere l’attesa dei discepoli, come devono comportarsi, per non essere colti di sorpresa: “State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni ubriachezze e affanni della vita… Vegliate e pregate in ogni momento…”.
Adelaide Rossi ofs

ALTRI SPUNTI DI RIFLESSIONE

1) Questo appello di Luca è la sintesi ideale dei due movimenti fondamentali della spiritualità dell’Avvento e di quella dell’intera esistenza cristiana. La liberazione è di Dio, è la sua parola pronunciata nel silenzio e nell’oscurità dell’oppressione e del male. Una parola di speranza e di gioia per cui il credente deve sempre conservare intatta la fiducia nel senso ultimo della sua storia pur travagliata. Dall’altra parte, al movimento della liberazione divina deve rispondere l’attenzione, cioè la speranza, l’intelligenza vigile del fedele che sta “alzato”, pronto a cercare e ad attendere il Regno.

2) Ciò che Dio dona mettendosi sulla nostra strada si chiama nella Bibbia giustizia, un termine poliedrico che abbraccia dimensioni religiose, sociali e personali. Dio non si preoccupa solo dell’anima o soltanto del pane, egli ha premura per tutto l’essere della sua creatura amata e privilegiata. Se noi dobbiamo farci imitatori di Dio, se dobbiamo essere “perfetti” come lui (Mt.5,48) è indispensabile che dobbiamo condividere questo amore totale per i figli di Dio.

3) Un’altra risposta alla giustizia salvifica di Dio è l’impegno etico personale espresso da Luca nell’appello a “non appesantire il cuore” nella dissipazione. Il rigore morale è fonte di pace e di libertà personale.

CORONA D'AVVENTO
Basilica di S. Antonio al Laterano in Roma

“State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni ubriachezze e affanni della vita…
Vegliate e pregate in ogni momento…”.