QUANDO IL TERZIARIO FRANCESCANO ANTONELLO DA MESSINA COPIO' LA SANTA CLARISSA SMERALDA



La clarissa messinese S. Eustochia Smeralda Calafato fondò il Monastero di Montevergine
nel quale si seguiva la primitiva regola di S. Chiara, invece di quella approvata da papa Urbano IV. 



Secondo alcuni studiosi l'"Annunciata di Palermo" il celebre quadro
del pittore
e terziario francescano Antonello da Messina
ha avuto come modella la mistica messinese  S. Eustochia Smeralda Calafato.

Che Antonello l'avrebbe avuta a modello per l'Annunciata di Palermo
lo attesterebbe il colore del velo che rimanda all'abito delle clarisse
e il libro cui sottende il gesto della mano destra,
raffigurerebbe uno dei più antichi codici della Regola,
tutt'ora conservato nel monastero messinese.



(...) "Le ipotesi riprendono e integrano quelle elaborate dallo storico messinese Giuseppe Miligi ... nel capitolo intitolato significativamente «Il pittore e la clarissa» del suo volume Francescanesimo al femminile osserva come Antonello – nato nel 1430 – e Eustochia – nata nel 1434 – siano i personaggi di maggior rilievo espressi nel XV secolo da Messina; città rinascimentale che, come osserva acutamente in una recente monografia lo storico Salvatore Bottari, si stagliava sul Mediterraneo come una metropoli mercantile dalla grande vitalità culturale e religiosa. Antonello non poteva non conoscere il ruolo e l’attività svolta da Smeralda-Eustochia, sua vicina e coetanea, la cui fama stava sviluppandosi velocemente.

Il piccolo Antonellus iniziava la sua attività di apprendista proprio a ridosso della «contrada dei setaioli», dove Eustochia Smeralda trascorse la sua infanzia e la prima adolescenza. Antonello degli Antoni era nato nella vicina contrada Sicofanti, adiacente a quella che veniva definita la via dei Monasteri, e aveva la casa-bottega poco distante sia dal monastero dell’Accomandata – sito nell’ex ospedale della Santa Ascensione, dove Eustochia Calafato nel 1458 fondò il primo monastero del Sud Italia sotto la regola di santa Chiara –, sia da quello di Montevergine, fondato dalla futura santa nel 1464.

Segni di una vicinanza che non era solamente geografica ma anche di visione religiosa. Sia Antonello che Eustochia, infatti, erano ferventi francescani, entrambi aderenti alla linea degli Osservanti dai tratti spirituali e ascetici che contrastava polemicamente coi Conventuali.

Non a caso Antonello, terziario francescano, ardente cristiano molto legato a uno spiritualismo puro, per sottolineare la sua aderenza ai principi di povertà e umiltà, chiese nel testamento del 14 febbraio 1479 di essere seppellito con abito dei Minori Osservanti nel  «convento Sanctae Mariae Jhesu cum habitu dicti convectus». Il convento di Santa Maria di Gesù a Ritiro, da tempo al centro del mistero sulla localizzazione della «tomba di Antonello» ...".
                                                                                                  Sergio Di Giacomo


di Sergio Di Giacomo è pubblicato da Avvenire on line


A destra autoritratto di Antonello da Messina e a sinistra L'Annunziata conservata
nel Museo di Palermo che avrebbe preso a modello la clarissa Eustochia Calafato.
Antonello era terziario francescano come la beata Mascalda Romano-Colonna
che sposò Calafato, padre della mistica clarissa Eustochia:
si può affermare che a Messina nel '400 vi fu una generazione straordinaria
di frati, clarisse e francescani secolari.



Antonello da Messina terziario francescano

Di Antonello da Messina terziario francescano si parla anche in


1 – L’ordine del francescani osservanti, nella vita di Antonello da Messina

La lettura integrale dell'articolo ci permette di  conoscere i frangenti storici e religiosi di Messina nel '400, nei quali maturò la sua vocazione francescana, e nello stesso momento ci mostra la vitalità dell'Ordine Francescano Secolare nella vita politica e sociale del tempo.

1 – L’ordine del francescani osservanti, nella vita di Antonello da Messina
2 – Quasi per volontà Divina
3 – Antonello da Messina

Sicuramente Antonello da Messina, conosceva anche la terziaria francescana Mascalda Romano-Colonna, sposa Calafato, madre di Santa Eustochia Smeralda, che educò e sostenne, con altri cittadini, la figlia e alcune sue compagne nella fondazione del nuovo monastero di Montevergine, che avrebbe seguito la Regola di S. Chiara approvata da papa Innocenzo IV nel 1253, invece di quella approvata da Papa Urbano nel 1263. Non solo, ma ad un certo punto, seguì la figlia nel monastero, dove è ricordata come la beata clarissa madre.
Una nuova fondazione, questa a Messina, che trovò l'appoggio del beato Matteo d'Agrigento, amico di S. Bernardino da Siena, che portò in Sicilia quella ventata di rinnovamento dell'Ordine francescano che fu l'Osservanza.
Si può affermare che a Messina vi fu una generazione straordinaria di frati, clarisse e francescani secolari.




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MASCALDA ROMANO COLONNA

LA BEATA CLARISSA MADRE



Nell'articolo si ripercorrono i frangenti storici, religiosi e spirituali della città di Messina del '400, all'arrivo del Beato Matteo di Agrigento, punta di diamante dei primi Frati Minori dell'Osservanza in Sicilia.
Dell'apertura del convento di Montevergine e della scoperta di uno dei più antichi codici della primitiva Regola di Santa Chiara.
Di una terziaria francescana d'eccezione, la Beata Mascalda attiva protagonista del Rinascimento culturale e spirituale siciliano.