Come francescani, quale speranza dare
agli esclusi e come?
Come francescani ci sentiamo chiamati
all’ascolto di chiunque, in particolare del diverso e dell’escluso; chiamati a
far da ponte verso i lontani, vivendo in pienezza le dinamiche
dell’accoglienza; chiamati ad annunciare con gioia e fedeltà Gesù il Signore,
speranza radicale che sostiene e anima le altre speranze.
Sappiamo che la speranza da realizzare
è diversa in rapporto alle diverse realtà di esclusione, dalle più evidenti
(immigrati e senza lavoro) alle più nascoste (solitudini e disperazioni). Vogliamo
educarci a cogliere queste diverse esclusioni e a farci vicini ad esse.
In concreto vogliamo dare dignità e
nome ai tanti esclusi. Dignità è pane casa lavoro ri-spetto dei diritti di
ognuno, nome è ascolto dialogo amicizia condivisione.
In verità sappiamo che più che dare
speranza agli esclusi dall’alto del nostro star bene, noi siamo chiamati a
stare con gli esclusi, partecipando ai loro movimenti sociali, per apprendere
come essere liberi nel pensiero e coraggiosi nell’agire.
Assemblea MO.FRA. GPSC – Maggio 2oo7
Decalogo dei francescani circa la
non-esclusione
1.
Di fronte all’esclusione prendono posizione identificando i
meccanismi di esclusione e denunciandoli (coscienza critica).
2.
Non escludono nessuno a priori (capacità inclusiva).
3.
Propongono una rilettura evangelica della carta dei diritti umani.
4.
Sostengono la legalità (anche dando sostegno concreto – es. LIBERA)
5.
Promuovono l’integrazione nelle comunità degli stranieri come popolo di Dio
(forza inclusiva del vangelo)
6.
Riconoscono un nome proprio ed un destino ad ogni essere umano.
7.
Condividono con empatia i problemi e le diversità di tutti.
8.
Si impegnano a contrastare il lavoro nero e l’illegalità nelle assunzioni.
9.
Chiedono di non aver paura degli esclusi ma di capirli e aprirsi ad altre
culture e ad altre religioni (condivisione consapevole).
10.
Rinunciano ad un uso strumentale della creazione e vivono con essa un rapporto
di rispetto e di amicizia.