In chiusura del Centenario della beata Angela da Foligno (2010)



  

La BEATA ANGELA 
da Foligno

Come francescano secolare sono molto devoto alla Beata Angela da Foligno, un modello da seguire.
La data di nascita non si conosce, mentre è certo che è morta il 4 gennaio 1309; verso il 1291 la sua adesione al “Terzo Ordine Francescano”, ora denominato “Ordine Francescano Secolare”. 
La sua “conversione”, nel Sacramento della Penitenza, celebrato nella Chiesa Cattedrale di San Feliciano, a Foligno, era avvenuta, come comunemente si afferma, verso il 1285, dopo una vita cristiana mediocre e anche segnata dal peccato. Angela, in quel periodo, era gia sposata, aveva dei figli e viveva insieme a sua madre. Successivamente, in breve tempo, perde tutti i famigliari e cominciò il cammino di “penitenza”, che spinse a liberarsi di tutti i beni, a fare vita comune in casa sua con una certa Masazuola e professare la Regola del Terzo Ordine. 
Al termine di un pellegrinaggio comunitario ad Assisi, poco dopo l’adesione al movimento francescano, uscì in grida rivolte all’Amore”, sulla soglia della Chiesa Superiore di San Francesco: si concludeva, così, una lunghissima, mirabile esperienza mistica. Questo evento clamoroso assisano,a cui assistettero in molti, fu all’origine del colloquio, che durò quasi sei anni, con un Frate Minore, parente e confessore di Angela, del cui nome si conosce solo la lettera A. il “Memoriale”, che riporta le confidenze delle Folignate e le annotazioni di Frate A., preceduto da un “Prologo”, è la prima parte di quell’opera singolare, a cui si è soliti dare il titolo “Il libro della Beata Angela da Foligno”. Essa testimonia anche l’esistenza di una piccola cerchia di discepoli della Beata. Le reliquie della Beata sono conservate nella Chiesa di San Francesco, retta dai Frati Minori Conventuali di Foligno.
L’interesse a Foligno, in Italia e nel mondo per la vicenda umana e l’esperienza mistica della Poverella ha conosciuto in questi ultimi anni un incremento notevolissimo. Fondamentale è stata l’iniziativa, portata a felice compimento nel 1985, dell’edizione critica del “dossier” angelano. Si tratta dell’opera “Il Libro della Beata Angela da Foligno”, a cura dei padri Ludger Thier e Abele Calufetti, dell’ordine dei Frati Minori. Ad oggi il testo latino, ricostruito con perizia dai due esperti, è stato tradotto integralmente in italiano, inglese, spagnolo e francese. Di notevole importanza e interesse sono stati anche i vari convegni internazionali, uno dei quali si è tenuto in occasione del settimo centenario dell’adesione di Angela al Terzo Ordine Francescano. 
Da non dimenticare, poi, per capire l’attuale fervore di studi angelani, la ricostruzione del “Cenacolo della Beata Angela da Foligno”, che promuove una spiritualità squisitamente francescana. Anche la visita del Papa Giovanni Paolo II a Foligno (20 giugno 1993) e la sosta nella Chiesa di San Francesco, dinanzi all’Urna della Beata, hanno richiamato l’attenzione del mondo intero sulla figura di una delle più grandi mistiche cristiane, il cui processi di canonizzazione è ancora in corso, dopo la conclusione della fase diocesana. La sua festa si celebra a Foligno, Città e Diocesi, e in Umbria, il 4 gennaio, il giorno della sua nascita al “Cielo”.
Si narra che Angela abbia avuto diverse esperienze mistiche visioni. Una volta, durante il sonno, Angela vide il Cuore del Signore Gesù. Contemporaneamente udì queste parole “Nel mio cuore non c’è menzogna, ma ci sono tutte cose vere”. Un’altra volta si sentì dire da Dio: “Figlia della pace, in te riposa tutta la Trinità, tutta la verità, di modo che tu possiedi me e io possiedo te”. Quando scrivo di vedere in Angela un modello, però, non cerco visioni mistiche; mi basta cercare di imitare la sua umiltà francescana.
Cesare Catarinozzi, ofs

Poesie di Rosita Taddeini

UN DESIDERIO UMANO
IN CAMMINO

Pace
libertà
concordia
amore
unità

Pace negli animi
libertà tra gli uomini
concordia nei cuori
amore fra tutti
unità nell'Umanità.


Pace
libertà
concordia
amore
unità

Uno in tutti
tutti in uno.
L'io sommerso
n ell'infinità di Dio
per regnare dal 2000
in un mondo nuovo
in fraternità quasi divina.

Pace
libertà
concordia
amore
unità

Poesia di
Rosita Taddeini

31 gennaio: Seconda Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa

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Messaggi inviati dal Patriarca latino di Gerusalemme, Sua Beatitudine Fouad Twal e dal Custode di Terra Santa Padre Pizzaballa , in vista della II Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, che si svolgerà il 31 gennaio prossimo e prevederà una 24 ore no-stop di celebrazioni eucaristiche e adorazioni. L'iniziativa è promossa da un gruppo di giovani della Terra Santa e dell'Italia, in particolare dall'Apostolato "Giovani per la Vita" (www.youthfl.org), dall'Associazione dei Papaboys (www.papaboys.it), dai gruppi di Adunanza Eucaristica (www.adorazione.org) e dalle Cappelle di Adorazione Perpetua.

La Fraternità s'unisce al coro d'intercessione
per la riconciliazione e per la pace tra i popoli di Terra Santa
Preghiera in fraternità: ore 14

Patriarca Twal: 
"La preghiera comunitaria ha una particolare forza"

P. Pizzaballa, Custode di Terra Santa: 
"Pregate per Gerusalemme"

"Chiedete pace per Gerusalemme:/
vivano sicuri quelli che ti amano; 
sia pace nelle tue mura, /
sicurezza nei tuoi palazzi. 
Per i miei fratelli e i miei amici /
io dirò: "Su te sia pace!" 
Per la casa del Signore nostro Dio, / 
chiederò per te il bene"

(Salmo 122)
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 INDICE 
 

"Carissimo Dio Padre, Nennolina e le sue letterine"

INVITO
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Carissimo Dio Padre..."
Antonietta Meo - Nennolina e le sue letterine 
di Maria Rosaria Del Genio

II edizione
Ottobre 2009
Prezzo: € 12,00
Pagine: 216

Lampada e giglio, voglio essere, caro Gesù


“io voglio essere la Tua lampada e il Tuo giglio, il giglio che rappresenta la purità dell'anima e la lampada che rappresenta la fiamma d'amore che non Ti lascia mai solo. Caro Gesù

Antonietta, conosciuta dai più con il vezzeggiativo di Nennolina, la piccola bimba di Michele e Maria Meo, la piccola oggi per la Chiesa "venerabile Nennolina", è in qualche modo anche nostra figlia: i suoi genitori furono terziari della nostra fraternità.
La testimonianza di Nennolina, della sua famiglia e del suo ambiente  ci  invita a trovare nella nostra vita di laici  di francescani “che vivono nel mondo”, una via di realizzazione completa della nostra vocazione cristiana. Confrontando il modo di vivere cristiano d’allora con il nostro compaiono differenze, certo – di mezzo vi è il Concilio Vaticano II, ma soprattutto la secolarizzazione della società - che possono essere occasione per riconsiderare il nostro modo di vivere e stimolarci a rivalutare aspetti della vita nella Fede.
“Santità laicale – ha scritto Paola Bignardi - significa vivere radicalmente, con autenticità, questo contemporaneo appartenere a Dio e al mondo, o meglio appartenere al mondo vivendovi il primato di Dio e mostrando come quest’ultimo possa trasfigurare la realtà. La santità laicale è contenuta non nelle cose che, come cristiani, facciamo ma nel modo in cui ciascuno di noi, da cristiano interpreta la sua vita alla luce dei riferimenti radicali a Dio, al Vangelo, alla Pasqua di Cristo. Il compito del laico è quello di rendere leggibile la presenza di Dio dentro le cose, non come presenza astratta ma che stando dentro la vita le guadagna dimensioni di pienezza, di realizzazione, di armonia” (pref. a "Nennolina. Quando l’amore supera il dolore." – di p. Piersanto Varzan, Ed. Ave, 2004).


Mario, Maria e Margherita Meo

Il nome di sua madre, è rintracciabile nel più antico registro di fraternità oggi ancora disponibile (un incendio anni fa distrusse parte dell'Archivio), come professa nel 1922; poi, il padre che entrato nella Fraternità di Aracoeli nel 1921 e professo l’anno seguente, ebbe incarichi rilevanti  nella nostra fraternità: il suo nome compare come un neo-eletto ministro che risponde al saluto augurale per l'incarico avuto dell’assistente P. Perin “con sentite e vibranti parole  assicurandolo della sua devozione e sottomissione; come pure quella di tutto il Discrettorio (leggi, Consiglio)” – (dal Verbale del 30 ottobre 1932).
Nennolina aveva due anni.
Michele Meo fu successivamente rieletto più volte Ministro ed entrò anche nel Consiglio Nazionale. Come afferma p. Antonio Lunardi – in Fraternità Ofs di Sant’Antonio. Un novantennio di vita. 1890-1981 – “dagli stessi verbali del consiglio apparisce come un terziario attivo e combattivo …”.
E, ancora, p. Piersandro Vanzan, nota frma di Civiltà Cattolica, ha scritto come“La famiglia Meo era di condizione economica benestante in quanto Michele Meo era funzionario alla Presidenza del Consiglio e potette accasarsi nel bel quartiere residenziale che, dopo la Grande Guerra, sorse nei pressi della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Entrambi iscritti all’Azione Cattolica, sono ben inseriti nella vita della loro Parrocchia e, inoltre, aderiscono al Terz’Ordine Francescano (…) nella Basilica di Sant’Antonio in via Merulana, vivendone la spiritualità in maniera radicale, ma senza ostentazioni né grettezze”. 

Tra i gigli di Sant'Antonio

Alla morte della bimbetta, a neanche compiuti i suoi sette anni di vita, destò in tutta la comunità cristiana una viva commozione cui si avrà modo di raccontare. Per ora basta considerare che ad appena un anno dalla sua dipartita fu edita la prima biografia della piccola, amorevolmente redatta da un nostro terziario, Michele Calbucci e illustrata da Mario Barberis, noto pittore di quegli anni e francescano secolare anche lui, nella nostra fraternità.



a destra una pagina de La Voce di Sant'Antonio
Fu Armida Barelli ad avviare la causa, patrocinata dall’Azione Cattolica (a cui anche Nennolina era stata iscritta) per la sua beatificazione. Nennolina diventerebbe in questo modo la più giovane santa, non martire, della storia della Chiesa. Quasi a suggellare, per così dire, la profezia formulata un giorno da san Pio X: “Io vi dico che vi saranno dei santi fra i bambini!”.
La piccola crebbe, dunque, educata nel rigoglio di quel movimento laicale dei primi del ‘900 che è stato un periodo che preparò il terreno al Concilio Vaticano II del Documento sull’Apostolato dei laici: “In realtà, guardando la storia come cammino di Dio con gli uomini nel tempo – nota Maria Rosaria Del Genio – oggi si può vedere che quell’annuncio (…) manifestava una realtà molto più grande. Il Concilio era stato preparato dallo Spirito Santo già da molto tempo, mentre gli uomini camminavano senza saperlo, o sapendolo nella fede, verso il regno. Spesso si è detto che, per esempio, il movimento laicale sorto ai primi del ‘900 era stato una preparazione al Decreto sull’Apostolato dei laici, come il movimento carismatico degli inizi degli anno ’50, era stato l’occasione per un nuovo impulso alla dottrina dei carismi. Noi possiamo dire che, come l’attenzione di Pio X per i bambini lo portò a concedere la possibilità di anticipare la Prima Comunione, che è il clima in cui è potuta sbocciare Antonietta Meo, così questa può essere considerata la punta più avanzata del discorso sulla universale chiamata alla santità”  (in “Caro Dio Padre …”, Libreria Editrice Vativana, 2009).

La sua breve esistenza, iniziata nel nel 1930 … si chiude in un pugno di anni, nel 1937, a sette anni non ancora compiuti. Frequenta l’Istituto delle suore di via Somellier, che la preparano anche alla Prima Comunione. A 5 anni è iscritta all’AC. Lo stesso anno è colpita da osteo-sarcoma: viene operata nel 1936 presso il Calvary Hospital. L’anno successivo, per arginare una reclude- scenza del male, le viene amputata una gamba, ma è del tutto inutile. Il suo corpicino riposa oggi presso la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, la sua parrocchia, e abbazia cistercense.

La vita mistica di Antonietta “è descritta in 158 letterine, di cui solo 7 autografe, e da 19 pensierini che fartà scrivere alla mamma a partire dal ’36. Si tratta di colloqui-meditazioni con Gesù, la Madonna e con Dio Padre, dai quali si evincono la consapevolezza della figliolanza divina, l’unione con Gesù, l’inabitazione trinitaria. La sua è una testimonianza di completa risposta e adesione a Dio, nell’offrirsi come “missionaria” per la salvezza degli uomini conservando, in una maturità spirituale inusuale, lo spirito d’infanzia spirituale che l’accomuna a Teresa di Gesù” (in "Mistica, parola per parola," a cura di Luigi Borriello, Maria R. Del Genio, Tomas Spidlik, Ancora, 2007).
Il taglio dell’esperienza mistica di questa bimba ci porta, dunque, direttamente nel mistero dell’azione salvifica della Croce davanti al lungo calvario della malattia che ella ebbe a soffrire: o meglio a offrire, che – data la tenerissima età della Meo – confermerebbe quel che Ratzinger ebbe a suggerire in Immagini di speranza, ovvero che “Esiste davvero qualcosa come la sostituzione vicaria nel più profondo dell’esistenza. Tutto il mistero di Cristo poggia proprio su questo” (marco stocchi).

Caro Gesù Crocifisso Io Ti amo o Gesù caro. 
Caro Gesù di a Dio Padre che lo amo molto.
Caro Gesù sono molto contenta che verrà la S. Pasqua. Caro Gesù io so che Tu soffristi tanto sulla Croce ed io questa settimana di Passione voglio soffrire con Te, voglio soffrire per le anime che ne hanno bisogno, perché si convertano Caro Gesù io Ti voglio tanto bene, proprio tanto o Gesù, e io voglio essere la Tua lampada e il Tuo giglio, il giglio che rappresenta la purità dell'anima e la lampada che rappresenta la fiamma d'amore che non Ti lascia mai solo.  Caro Gesù benedici la Chiesa, il Clero e specialmente il mio confessore la mia famiglia la mia maestra, e tutto il mondo.
Caro Gesù Ti mando tanti baci e saluti
la Tua Antonietta e Gesù
(lettera n.144 - 16 marzo 1937 - firma autografa)
 
Nella foto: il Crocefisso della Sindone in Santa Croce in Gerusalemme

Antonietta Meo, "Nennolina"


PICCOLA EVANGELISTA DELLA SOFFERENZA
"PICCOLISSIMA" NELLA GIOVENTÙ FEMMINILE 
E POI "BENIAMINA" DI AZIONE CATTOLICA
ANTONIETTA MEO 
(DETTA NENNOLINA)
È VOLTO E TESTIMONIANZA DELLA SANTITÀ DI 
TUTTI I BAMBINI CHE SOFFRONO.   

Il 17 dicembre 2007, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza privata Sua Eminenza Rev.ma il Card. José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell'Udienza il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti le virtù eroiche della Serva di Dio Antonia Meo (detta Nennolina). Una Messa Solenne si è poi svolta in S. Croce in Gerusalemme,

breve biografia
Nennolina nasce a Roma il 15 dicembre 1930, dal Michele Meo e Maria Ravaglioli, in una famiglia di solidi principi morali e religiosi. E' una bambina molto vispa, sempre allegra, la quarta figlia, dopo Giovanni, Margherita (tuttora vivente a Roma) e Carmela. Il padre apparteneva ad una famiglia di San Vito dei Lombardi (Brindisi) di ben 16 figli e come gli altri fratelli emigrò da San Vito e trovò impiego a Roma presso il Ministero degli Interni. E’ dal matrimonio con Maria, che Michele intraprese un cammino di conversione più netta e vigorosa che portò entrambi alla decisione di entrare nel Terz’ordine francescano. Michele fu anzi uno dei più significativi ministri chiamati a guidare la fraternità di Sant’Antonio. La famiglia Meo frequenta la parrocchia di Santa Croce in Gerusalemme – dove la tomba è meta di un crescente pellegrinaggio – e l’Azione Cattolica
Durante il periodo fascista, l’A.C. è l’unica realtà extraregime che possiede la legittimità di operare in maniera più o meno autonoma. Ma, dal 1931 Mussolini, contravvenendo agli accordi del Concordato precedentemente sanciti, ordina la chiusura dei circoli dell'AC che dopo l’intervento delle Gerarchie cattoliche potranno potrà solo continuare ad operare senza interferire nel sociale. Anche Antonietta fu iscritta - con sua grande gioia – prima tra le “piccolissime” e, raggiunta l’età, tra le “beniamine” .
“Colpita a soli 6 anni da un osteosarcoma, che richiederà l'amputazione della gamba sinistra, morirà a 7 anni dopo una dolorosissima via crucis tutta offerta per la salvezza delle anime”.
Per i genitori fu un dolore straziante! Un dolore che fu fortemente condiviso dalla fraternità, dai frati e dagli aderenti alle associazioni della Basilica di Sant’Antonio, che in massa poi parteciparono ai suoi funerali. I primi libri a raccontare le straordinarie virtù della bambina furono a firma di Michele Calbucci, bibliotecario presso l’Istituto Biblico di Roma, terziario attivissimo anch’egli, Maestro dei novizi e più volte Consigliere.
Nel 1941, la Gioventù Femminile di AC promuove la causa di beatificazione di Nennolina , per espresso volere di Armida Barelli, allora Presidente Nazionale. Il processo di beatificazione, aperto nel 1942, conclude la fase diocesana nel 1972. Una seconda fase si ha dal 1999, con la traslazione dal Verano, e oggi festeggia un momento di gioia per i fedeli a lei vicini.
Si legge nel sito internet - www.nennolina.it  - dell’Associazione “Amici di Nennolina”: “Ma proprio il motivo dell'età trovandosi al limite di quella che è considerata l'età della ragione, ha creato perplessità in quanti si sono trovati ad esaminare il suo caso e non poche difficoltà nello svolgimento del processo. Anche se nessuna legge canonica determina infatti i limiti di età, di coloro per i quali si vuole istituire il processo di beatificazione, solamente nel 1981, attraverso la Dichiarazione della Sacra Congregazione delle cause dei santi, la Chiesa ha pienamente riconosciuto che anche ai bambini possono compiere atti eroici di fede, speranza e carità, e possono pertanto essere elevati all'onore degli altari. Antonietta Meo ha ricevuto il dono di vivere fedelmente la sua vocazione. Un dono al quale ha risposto con l'accoglienza e la fedeltà tipiche della sua età. Con la sua esistenza ha evidenziato un tipo nuovo di santità nella storia della Chiesa, possibile a tutte le età. Una santità riconosciuta prima che dalla Chiesa ufficiale, dal popolo di Dio”.



Il 2 dicembre 2007, nella sala del Concistoro, Benedetto XVI ha incontrato i ragazzi dell’Azione Cattolica, accompagnati dal Presidente dell’AC Luigi Alici, rivolgendosi loro con queste parole: 

“Mi ha fatto piacere che poco fa abbiate citato una bambina, Antonia Meo, detta Nennolina. Proprio tre giorni fa ho decretato il riconoscimento delle sue virtù eroiche e spero che la sua causa di beatificazione possa presto concludersi felicemente. Che esempio luminoso ha lasciato questa vostra piccola coetanea! Nennolina, bambina romana, nella sua brevissima vita – solo sei anni e mezzo – ha dimostrato una fede, una speranza, una carità speciali, e così anche le altre virtù cristiane. Pur essendo una fragile fanciulla, è riuscita a dare una testimonianza forte e robusta al Vangelo e ha lasciato un segno profondo nella Comunità diocesana di Roma. Nennolina apparteneva all’Azione Cattolica: oggi sicuramente sarebbe iscritta all’A.C.R.! Perciò potete considerarla come una vostra amica, un modello a cui ispirarvi. La sua esistenza, così semplice e al tempo stesso così importante, dimostra che la santità è per tutte le età: per i bambini e per i giovani, per gli adulti e per gli anziani. Ogni stagione della nostra esistenza può essere buona per decidersi ad amare sul serio Gesù e per seguirlo fedelmente. In pochi anni, Nennolina ha raggiunto la vetta della perfezione cristiana che tutti siamo chiamati a scalare, ha percorso velocemente la “superstrada” che conduce a Gesù. Anzi, come avete ricordato voi stessi, è Gesù la vera “strada” che ci porta al Padre e alla sua e nostra casa definitiva che è il Paradiso. Voi sapete che Antonia ora vive in Dio, e dal Cielo vi sta vicino: sentitela presente con voi, nei vostri gruppi. Imparate a conoscerla e a seguire i suoi esempi”.

 Presso il suo sepolcro nella Basiblica di S.Croce in Gerusalemme,
e sua parrocchia 
è  stata allestita anche una piccola mostra permanente che racconta la sua vita, ricrea l’ambiente in cui visse e ripropone brani dei suoi scritti. 

a cura di Marco Stocchi

Il valore della sofferenza che redime nella breve e straordinaria parabola di “Nennolina”. 
Intervista con padre Piersandro Vanzan


Ascolta l'intervista su Nennolina con padre Piersandro Vanzan

C’è anche una bimba di sei anni e mezzo tra i Servi di Dio per i quali il Papa ha autorizzato ieri i decreti che ne riconoscono le “virtù eroiche”. Si tratta di Antonietta Meo, detta familiarmente “Nennolina”, nata a Roma il 15 dicembre 1930, morta per malattia a neanche sette anni e sepolta nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. La sua tomba è meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. La sua storia è conosciuta, ormai, in molti Paesi: in seguito ad un terribile male diagnosticato dai medici, Nennolina ha dovuto affrontare all’età di 5 anni la drammatica esperienza dell’amputazione della gamba. Ma di fronte alla sofferenza ha intuito che ognuno deve compiere in sé ciò che manca alle sofferenze di Cristo per la salvezza delle anime. Ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, padre Piersandro Vanzan, censore teologo della Commissione per la Causa di beatificazione di Antonietta Meo:

R. - Questa bimba ha potuto realizzare in modo incredibile, dal punto di vista umano, una grande immedesimazione mistica con Gesù Crocifisso ed effettivamente il Signore ha fatto grandi cose in questa sua piccola Nennolina, che brilla non solo davanti a Gesù e con Gesù, ma per dare luce a tutti noi.

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57 GIORNATA MONDIALE MALATI DI LEBBRA

SALVIAMO LA BELLEZZA DELL'UOMO DALLA LEBBRA

La “bellezza”: concetto svilito dalla superficialità delle mode correnti, eppure vivo grazie alle più nobili espressioni artistiche del passato e del presente, la bellezza rappresenta il legame più profondo tra l'uomo e la natura. Ogni persona è portatrice di una bellezza che costituisce l'essenza della nostra umanità.
La lebbra è una malattia carica di simbolismo, anche per questo: priva la persona della sua armonia esteriore, e induce chi osserva a considerare il malato mutilato della sua stessa dignità umana. Salvare la bellezza dell'uomo significa dunque restituire alle persone il rispetto pieno della loro dignità di esseri umani, non solo salvare il loro corpo dalle mutilazioni.
La Fraternità di sant’Antonio ha aderito all'iniziativa di promuovere presso la Basilica di Sant'Antonio i banchetti per la sensibilizzazione e la "vendita" del Miele della Solidarietà per il 31 gennaio dall'AIFO in concomitanza con la 57a Giornata mondiale dei malati di lebbra. 
Il referente dell'iniziativa è Marco cui possono far riferimento i volontari. Ci sarà anche l'apporto di alcuni giovani della Gi.Fra Palatino. La Gi.Fra ha aderito a livello nazionale alle iniziative Aifo con il progetto: "Il giovane Francesco".

“Ogni anno i volontari AIFO organizzano in tale giornata la distribuzione del Miele della Solidarietà, allestendo banchetti in centinaia di piazze italiane e coinvolgendo altre associazioni, istituzioni, cittadini. L'iniziativa mira a sensibilizzare la popolazione nei confronti della lebbra e dei temi legati allo sviluppo socio-sanitario nei Paesi a basso reddito, e a raccogliere fondi a favore dei progetti promossi dall’AIFO per la cura dei malati di lebbra. Il miele utilizzato proviene da piccoli produttori delle aree rurali della Croazia attraverso il circuito del Commercio equo e solidale”.
Lo scorso anno la nostra fraternità ha risposto positivamente con l’acquisto di numerosi barattolini di miele che saranno distribuiti insieme a del materiale informativo in sacchetti di iuta che sono confezionati da persone guarite dalla lebbra grazie al progetto Sumana Halli a Bangalore, in India.
L'AIFO ha realizzato questa scelta per incrementare il suo impegno nella creazione di rapporti basati sulla giustizia e sulla solidarietà.
Il ricavato finanzierà la cura dei malati in India. Sono stati distribuiti complessivamente, nelle 950 piazze italiane coinvolte dall'iniziativa, circa 50.000 vasetti di miele. L'AIFO rinnova il proprio grazie sincero a tutti i volontari che si sono impegnati con passione consentendo di raggiungere un traguardo così importante e significativo” (ms).


PER SAPERNE DI PIU'
vai sul blog del Centro Missionario 
OFS


Il Giovane Francesco


UNITI NELLA CARITA'

L'allestimento del banchetto di solidarietà sarà occasione di conoscere alcuni fratelli della Gioventù Francescana del Palatino. Alcuni di noi vengono da quell'esperienza di vita francescana, prima di entrare nel Terz'ordine di Sant'Antonio. Questo filo si è andato allentando nel tempo, ma ques'unisono di carità verso i lebbrosi dei tempi ,oggi ci fa incontrare nuovamente.
LA GIFRA CON L’AIFO
PER IL “MIELE DELLA SOLIDARIETA’”

La Gioventù Francescana d’italia non può dimenticare il particolare legame che intercorre tra la spiritualità francescana e i malati di lebbra. Nella vita del giovane Francesco fu proprio l’incontro con il lebbroso a segnare l’incipit della conversio ne scrive, infatti, Santo all’inizio del suo Testamento: “Quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi … il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi tu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo” .
Per i giovani francescani l’incontro con il lebbroso vuole essere un richiamo all’essenzialità della propria spiritualità.
Aprire gli occhi verso i poveri per sentirne dapprima l’amaro della povertà e della malattia per assaporare poi, la dolcezza che proviene dal lavorare per i più deboli. Dolce come il miele, appunto.

PER UN MONDO PIU' SOLIDALE

Raoul Follereau


“Uomo è il mio nome,
Cristiano è il mio cognome”

Laico
Fondatore dell’Aifo
Nevers (Francia) 17 agosto 1903
Parigi, 6 dicembre 1977

Moriva nel 1977 l’apostolo dei lebbrosi, Raoul Follereau. Salito giovanissimo agli onori della cronaca francese come brillante giornalista, si era casualmente imbattuto durante un suo viaggio-safari in Africa, nel 1939, con un gruppetto di lebbrosi: l’autista che lo portava, rifiutava di proseguire nelle loro vicinanze. Erano gli anni appena precedenti l’ultima guerra e Raoul, fervente antinazista, dovette rifugiarsi come finto ortolano presso un convento di suore a Lione. Ma nonostante la guerra lampo tedesca, Raoul riesce a uscire dal convento e a percorrere la Francia in guerra raccontando incredibili storie di lebbrosi: uomini e donne corrosi dalla malattia, sfigurati e affamati, reclusi nei cimiteri e nei manicomi, isolati in deserti sperduti, allontanati su isolotti inaccessibili; i loro cadaveri bruciati per paura dell’infezione.
Raccogliendo una ragazza morente di 22 anni si accorge che pesa 20 chili. Ne nasce rabbia e indignazione. Raoul domanda a sua moglie se vuole unirsi alla sua crociata per debellare la lebbra. Da allora (1953) i due viaggeranno sempre insieme da una parte all’altra del globo per organizzare l’esercito dei volontari.
La richiesta a Russia e America di regalargli l’equivalente di un caccia bombardiere così che, lasciando invariato l’equilibrio militare, avrebbe salvato proprio tutti i lebbrosi del mondo, resta appello inascoltato e deriso. Ma la fiammeggiante costanza di questi due sposi divampa e la malattia della lebbra, frutto congenito della fame, è oggi quasi totalmente vinta. Lo scorso anno il Nulla Osta della Santa Sede ha avviato la causa di beatificazione.

Encarnación del Pozo Ministra Generale OFS: LETTERA PER IL VII CENTENARIO DELLA MORTE DELLA BEATA ANGELA DA FOLIGNO, TERZIARIA FRANCESCANA

CIOFS 
LETTERA PER IL VII CENTENARIO
DELLA MORTE DELLA BEATA ANGELA DA FOLIGNO, 
TERZIARIA FRANCESCANA

A tutte le sorelle e i fratelli della Famiglia francescana,
e specialmente alle sorelle e ai fratelli del Terzo Ordine Francescano,Secolare e Regolare

"CHE NESSUNO PORTI LA SCUSA 
DI NON AVERE E NON POTER TROVARE 
LA DIVINA GRAZIA, 
POICHÉ DIO LA DÀ A TUTTI QUELLI 
CHE LA CERCANO E LA DESIDERANO”

Il 4 gennaio 2009 si apre il settimo Centenario della morte della Beata Angela da Foligno , terziaria francescana, definita da Pio XII «la più grande mistica francescana». Per vivere questa ricorrenza con maggiore partecipazione ci faremo guidare dalla preghiera composta per lei dal Papa Giovanni Paolo II, che le si rivolse con queste parole: “Illuminata dalla predicazione della Parola, purificata dal Sacramento della Penitenza, tu sei diventata fulgido esempio di virtù evangeliche, maestra sapiente di discernimento cristiano, guida sicura nel cammino della perfezione”.

ANGELA DA FOLIGNO
ESEMPIO DI VIRTÙ EVANGELICHE.
di Encarnación del Pozo
Ministra Generale OFS

La nostra Angela non appartiene alla schiera privilegiata di quelle anime che, fin dall’infanzia o dalla prima giovinezza, hanno sentito con forza la vocazione alla santità, impegnan-dosi subito in una vita sintonizzata sul Vangelo e sostenuta da un profondo spirito di preghiera. Angela è una con-vertita, una penitente nel senso letterale della parola. Lei stessa ne parla diffusamente nei suoi scritti, dai quali emerge il ritratto di una donna la cui vita giovanile è stata profondamente segnata dall’esperienza del peccato e da un’alienante lontananza da Dio. Anche la sua conversione non fu dovuta a un evento fulminante, ma si sviluppò lungo un cammino travagliato e doloroso, durato ben sette anni e descritto nei “trenta passi” del Memoriale dettato da Angela stessa a frate Arnaldo, suo confessore e direttore spirituale.

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31 gennaio
FESTA DELLA BEATA LUDOVICA ALBERTONI
PATRONA DELL’OFS DI ROMA

Ludovica nacque nel 1474 a Roma dalla nobile famiglia degli Albertoni, orfana del padre in tenera età, fu allevata dalla nonna materna e da alcune zie, perché la madre si era risposata.
A venti anni, contro i suoi desideri, fu data in sposa al nobile Giacomo della Cetera, che comunque amò devotamente e dal quale ebbe tre figlie. Nel 1506 a 32 anni, rimase vedova ed allora entrò nel Terz’Ordine Francescano, prendendo a vivere
una vita tutta dedicata alla preghiera, meditazione, penitenza e opere di misericordia, come quelle di dare una dote per maritare le ragazze povere e la visita ai poveri ammalati nei loro miseri tuguri.
Con la sua generosità diede fondo a tutti i suoi beni, fra la contrarietà dei parenti per tanta liberalità. Il Signore le diede il dono dell’estasi, che all’epoca dovevano essere molto note, se dopo la sua morte, avvenuta il 31 gennaio 1533 lo scultore Bernini la raffigura proprio nell’atto di una estasi.
(da Santi e Beati)


Presso il sepolcro della Beata Ludovica Albertoni
Patrona dell'Ordine Francescano Secolare 
di Roma

posto in una cappella della Chiesa di San Francesco a Ripa,
siamo invitati a pregare
domenica 31 gennaio
alle ore 18
dalla Ministra Anna Maria  e della locale Fraternità OFS
partecipando alla festa con S. Messa in memoria della Beata




31 GENNAIO 2009
Chiesa di San Francesco a Ripa

FESTA DELLA SANTA PATRONA
DELL'OFS DI ROMA
BEATA  LUDOVICA ALBERTONI

TRIPUDIO DI FIORI, CANTI E PREGHIERE
PER LA PATRONA DELL’OFS DI ROMA

La chiesa di San Francesco a Ripa era gremita di terziari il 31 gennaio scorso, giorno della festa della loro patrona, la beata Ludovica Albertoni. Festa grande per una piccola-grande donna che tanto si prodigò nella Carità che divenne porto sicuro per tanti poveri e disagiati che bussavano alla sua porta. Si prodigo così tanto nella Carità che divenne faro per tanti ricchi ed illustri personaggi della Roma del suo tempo. Una grazia per Trastevere e per la città di Roma.
La fama di santità si prodigò ancor più dopo la sua morte che fu chiamato per raffigurarla con una scultura per il suo sepolcro niente di meno che il Bernini. Nominata con patrona di Roma, un’effige che la ritrae è appesa negli stessi uffici del Sindaco. E l’umile terziaria riceve ogni anno un omaggio dal Sindaco di Roma, con picchetto d’onore e rappresentanza ufficiale alla funzione religiosa.
A celebrare la S. Messa quest’anno, in vece del Ministro della Provincia romana dei Frati minori Marino Porcelli (chiamato dal Ministro generale in Assisi) è stato p. Massimo Cocci, rettore all’Aracoeli; a concelebrare i pp. Assistenti regionali dell’OFS dei cappuccini e dei minori; i PP. Stefano Biondi, Antonio Del Vasto con il parroco p. Giovanni Lucci.
Il coro parrocchiale unito a quello della GiFra hanno dato il meglio a favorire un clima di raccoglimento all’ascolto della Parola, alla Comunione fraterna dei confratelli convenuti da tutta Roma.
La chiesa poi era un tripudio di fiori che pur facendo risaltare mirabilmente le meraviglie dell’architettura e degli arredi di questo prezioso esempio d’architettura barocca e francescana, hanno fatto grande onore alla beata Ludovica e con lei a nastro Signore.
La ministra della locale fraternità Anna Maria Zelli - che in chiesa ha accolto i partecipanti con una articolata prolusione soprattutto attenta ai “segni dei tempi” da cogliere dai terziari d’oggi - con la sua fraternità ha poi offerto un corroborante e gradito rinfresco finale. La fraternità di sant’Antonio anche quest’anno è stata egregiamente rappresentata dalla Consigliera Antonia Parisi, accompagnata da un piccolo gruppo di terziari e terziarie.

 

Tessere di speranza



INGRID BETANCOURT PER 6 ANNI PRIGIONIERA DEI GUERRIGLIERI DELLE FARC.

FEDE E PERDONO.

«NELLA GIUNGLA HO AVUTO PER UNICA LETTURA LA BIBBIA E FORSE ERA UNA PRIGIONIA NECESSARIA, PERCHÉ MI HA PERMESSO DI CAPIRE CHI È DIO. NON HO AVUTO ILLUMINAZIONI, NO! LEGGEVO E RILEGGEVO ALCUNI BRANI DICENDOMI: È STATO SCRITTO PER ME!»


Ho scoperto la fede in Dio durante la mia prigionia. Fino ad allora, la mia fede era basata sul ritualismo: come molti cattolici, andavo a messa, pregavo, ma la mia conoscenza di Dio era molto limitata. Quando mi sono ritrovata nella giungla, ho avuto molto tempo e per unica lettura la Bibbia. Ho avuto il piacere, in sei anni, di leggerla, di meditarla. Se avessi avuto altre cose da fare, avrei fatto altro, perché si è sempre pigri per riflettere sull’essenziale.
Forse era una prigionia necessaria. Essa mi ha permesso di capire chi è Dio, di stabilire una relazione con lui, con molta ammirazione, molto amore ma – soprattutto – comprendendo chi è, attraverso la sua parola. Per me non si tratta di parole vuote ma di una realtà: leggendo la Bibbia, ho compreso il carattere di Dio; non è solo una luce, un’energia o soltanto una forza, ma è una Parola, qualcuno che vuole comunicare con me. Non ho avuto illuminazioni, no! Ho semplicemente letto la Bibbia, razionalmente. Sono stata colpita da tutti i brani che mi hanno connesso emozionalmente e interiormente con la parola di Dio. Ho sentito la voce di Dio in un modo assai umano e molto concreto. 

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LA NUOVA “CARD”- OFS


SI E’ GIUNTI ALLA SECONDA FASE DI LAVORO PER IL NUOVO REGISTRO DEI PROFESSI: SONO STATI CONTATTATI I CONFRATELLI CHE NON FREQUENTANO PER INVITARLI A RIENTRARE IN FRATERNITA’. I FREQUENTANTI RICEVERANNO UNA “CARD”. LA RICEVERANNO ANCHE COLORO CHE NON FREQUENTANO PER GIUSTIFICATI MOTIVI. I RESTANTI SI SOSPENGONO

LA NOTIZIA

Un nuovo registro di Fraternità sostituirà progressivamente i vecchi registri che devono in ogni caso rimanere negli archivi storici. Su di esso vengono registrati tutti i professi alla data del 01/01/2008 e vi andranno annotate tutte le variazioni che riguardano il singolo membro.
La trascrizione dei nominativi sul nuovo registro si rende necessaria in quanto, il nuovo numero d'ordine attribuito, verrà utilizzato come codice identificativo (alfanumerico), unitamente ad altre due serie di codici (regione e fraternità locale ) per il rilascio del documento di appartenenza che per brevità chiameremo "Card".
Questi nuovi strumenti : registro e Card , assumono importanza determinante nella organizzazione strutturale dell'OFS d'Italia, con l'attuazione del processo unitario. Si tratta di un tesserino che certifica l’appartenenza all’Ordine Francescano Secolare ed è da considerare come un “Certificato di battesimo”, d’appartenenza alla famiglia francescana ed insieme avrà applicazioni che potranno rivelarsi utili. Il "data base" per la raccolta dei dati è strutturato in modo da poter ottenere estrazioni per nominativi appartenenti alle singole fraternità, alle singole regioni oppure il dato globale complessivo del numero dei professi. Sarà possibile in seguitopubblicare su area privata del nostro sito i dati contenuti nel "data base". Tali dati potranno essere utilizzati per la verifica delle presenze durante la celebrazione di Capitoli, di Assemblee o Convegni. Il sistema sarà in grado di calcolare il relativo "quorum" necessario per le votazioni (ms).



LA RELAZIONE DEL MINISTRO
di Guido Fiorani

Il Centro Regionale ha distribuito un registro che dovrà contenere l’elenco di tutte le consorelle e di tutti i confratelli di ogni fraternità. Il nostro consiglio ha incaricato il ministro di compilarlo e di presentarlo quanto prima nell’assemblea. Ho quasi completato il lavoro, mi manca qualche dettaglio e quindi credo di poterlo consegnare alla fine di febbraio o di marzo. Mi sono avvalso del Registro delle Ammissioni e delle Professioni a partire dal 1958, di schede contenute nell’archivio e di registri e di elenchi vari. Durante il lavoro ho potuto constatare quanto segue:
a) il numero dei terziari della nostra fraternità sarebbe, uso il condizionale e più avanti si chiarirà il perché, molto elevato, circa duecento persone;
b) è probabile che qualche terziario che ha professato prima del 1958 sia sfuggito alle mie ricerche, in quanto la documentazione a disposizione è incompleta;
c) è molto alto il numero di professi che non viene più in fraternità e che non ha dato più notizie di sé, soprattutto tra coloro che hanno professato negli ultimi trenta anni.
Poiché il non inserimento nel registro non comporta la decadenza dalla qualità di francescano secolare, ho ritenuto opportuno escludere tutti coloro di cui non abbiamo più notizie e dei quali non c’è un recapito attuale né il numero di telefono, mentre sono state registrate persone che non frequentano più, ma che in qualche modo hanno dato notizie di sé.
Il numero delle persone inserite nel registro è di 118, delle quali:
36 frequentano assiduamente; 13 frequentano con minore assiduità; 45 non frequentano per giustificati motivi di età o di salute; 24, infine, non frequentano senza motivi giustificativi.
Da ciò scaturisce il fatto che il capitolo elettivo, allo stato attuale, interessa 49 confratelli. A suo tempo il Consiglio adotterà nei confronti di coloro che si sono allontanati senza motivi e senza più dare notizie le sanzioni previste dalla Regola.

Ofs per l'Abruzzo

FRATERNITA' DI SANT'ANTONIO
Marzo 2009 



CON I TERREMOTATI D’ABRUZZO

Violente scosse di terremoto hanno colpito la terra d’Abruzzo…
Ha tremato forte la terra…
Ha ferito e umiliato duramente la vita…
Ha seminato paura, sconforto e morte…
Partecipiamo al dolore delle popolazioni colpite E ci uniamo alla preghiera del Papa per le vittime, in particolare per i bambini, e per le loro famiglie. E nel buio che per pochi attimi ha avvolto tutti noi
da questa sera… da questa notte …
Vogliamo accendere una piccola luce …
la luce di questi pochi brani della preghiera
di San Francesco, la lode di Dio Altissimo
Tu sei amore e carità. Tu sei sapienza.
Tu sei sicurezza, Tu sei quiete.
Tu sei protettore,
Tu sei custode e nostro difensore.
Tu sei fortezza, Tu sei refrigerio.
Tu sei la nostra speranza,
Tu sei la nostra fede, Tu sei la nostra carità.
Tu sei tutta la nostra dolcezza,
Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore,
Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.
Accenderemo anche un piccolo lumino
in ogni luogo dove pregheremo…
Come segno e impegno
ad essere Fraternità di luce
Anche e soprattutto nei giorni bui come oggi…

G. Failla
Ministro Ofs d’Italia





A tutti i livelli, dall’Ofs, dal nazionale fino al “piccolo noi” della Fraternità Sant’Antonio. un po’ tutti sentiamo il bisogno di testimoniare la nostra pena e solidarietà con gli abruzzesi colpiti dal terremoto di questi ultimi giorni e portare loro un effettivo sostegno. Il Consiglio di Fraternità ha dunque deliberato che questa ultima domenica di aprile sia in ricordo e di aiuto di quelle popolazioni con la preghiera e la raccolta di un’offerta.
Attenzione, però, perché vivendo nella “civiltà dello spettacolo” il rischio di queste iniziative estemporane può essere quello di sostituire a una solidarietà vera e operante, l’appagamento che consegue alla semplice esplosione emotiva del momento. Non vorremmo fosse così. Scrive Ignazio Silone come nell’aspra terra d’ Abruzzo «il dolore vi è stato sempre considerato come la prima delle fatalità naturali; e la Croce, in tal senso, accolta e onorata». Corrispondendo al dolore di questi fratelli accogliamo e onoriamo in parole ed opere Cristo Gesù.

Conferenza Stampa . Progetto Abruzzo

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Incontro Ecumenico 2009


Nel 2009 la nostra Fraternità è giuntà al secondo appuntamento di preghiera per l'unità dei cristiani. Lo ha fatto insieme al Pastore Battista Italo Benedetti, del Tempio di via del Teatro Valle in Roma.
Un pomeriggio di reciproca conoscenza e preghiera comune sotto l'egida della preghiera che Gesù ci ha insehnato, il "Padre Nostro". A questa preghiera Squilla Francescana ha riservato un articolo dei P. Falsini che qui si ripropone, e la versione concordata dellla preghiera con le illustrazioni dell'artista battista Paolo Paschetto cui riproponiamo la figura rinviandovi ad altri siti dove poterle rimirare in maniera ottimale.
Seguono due articoli, uno sulla musica degli Spirituals e Goodspells e l'altro sul Pastore battista  Martin Luther King.  La chiesa Battista è storicamente fortemente radicata tra la popolazione nera degli States e nel suo insieme ha sempre espresso una significativa attenzione verso la dimensione sociale della presenza dei cristiani nella società. 



In pillole
CHI SONO I BATTISTI ?
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2.

GIORNATA D'INCONTRO E DI PREGHIERA
PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI 2009

UNA COSA SOLA NELLA TUA MANO'
(Ez 37,17)

EZECHIELE, IL CUI NOME SIGNIFICA 'DIO LO RENDE FORTE', VENNE CHIAMATO A RESTITUIRE LA SPERANZA AL SUO POPOLO NELLA SITUAZIONE POLITICA E RELIGIOSA DISPERATA SEGUITA ALLA CADUTA E ALL'OCCUPAZIONE DI ISRAELE E ALL'ESILIO DI UNA GRAN PARTE DEL SUO POPOLO. LE PAROLE DI EZECHIELE DANNO LORO LA SPERANZA CHE DIO RIUNIRÀ DI NUOVO IL SUO POPOLO PER RENDERLO UNA COSA SOLA, AL QUALE APPARTERRANNO, E CHE LI BENEDIRÀ PER RENDERLI UN POPOLO FORTE. E' NATA UNA NUOVA E GRANDE SPERANZA: DIO CREERÀ UN MONDO NUOVO.


INCONTRO ECUMENICO IN FRATERNITA’ 
CON IL PASTORE BATTISTA ITALO BENEDETTI

di Cesare Catarinozzi

25 gennaio 2009: in occasione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani la Fraternità Francescana di S. Antonio in via Merulana ospita Italo Benedetti, pastore della Chiesa Battista di via del Teatro Valle, la prima chiesa protestante sorta a Roma. Il tempio è aperto al culto soltanto la domenica; nel corso della settimana si svolgono alcune attività, come la lettura biblica.
Il battismo – come ha spiegato il pastore- è un movimento, nato nell’alveo del protestantesimo, che affonda le sue radici storiche nel puritanesimo inglese del XVII secolo. Esso è così chiamato dalla pratica del “battesimo dei credenti”, che lo assimilava al precedente movimento anabattista.

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3.


ALL’UNISONO 
“PADRE NOSTRO”.


“Nel movimento ecumenico il Padre Nostro- ha scritto Eleuterio Fortino - è stata la preghiera che inizialmente ha radunato i cristiani a potersi rivolgere insieme a Dio. All'inizio gli animi erano titubanti, alcuni reticenti, altri opposti. La mancanza di piena unità nella fede rendeva problematica la preghiera comune. Per i cattolici soltanto nel 20 dicembre del 1949 è stata aperta questa possibilità e proprio con la recita della preghiera insegnataci da Gesù.
L'Istruzione del S. Offizio all'episcopato cattolico sul “movimento ecumenico” affermava: "Benché in tutte queste riunioni e conferenze si debba evitare qualsiasi communicatio in sacris, però non è proibita la recita comune del Padre Nostro, o di una preghiera approvata dalla Chiesa cattolica con cui le stesse riunioni vengono aperte e chiuse" (AAS, 1950, 142ss).
In realtà questa preghiera fatta insieme sin dagli inizi del movimento ecumenico faceva percepire la comune appartenenza e la gioia della comunione che si andava ritrovando. Il messaggio della Conferenza mondiale del "Movimento per il cristianesimo pratico" (Life and Work) a Stoccolma (1925) si legge: "Quando noi ripetevamo insieme la preghiera del Padre Nostro, ognuno nella lingua che aveva appreso dalla propria madre, riacquistavamo la consapevolezza della nostra fede comune"
Il liturgista francescano Rinaldo Fasini, - in un articolo su Vita Pastorale - dopo aver ricordato in genere i problemi e i fallimenti nelle traduzioni ecumeniche, ci ricorda come esista “grazie a Dio” un testo concordato nel Convegno di Perugia del 1999 proposto dai tre rappresentanti degli incontri ecumenici in Italia della Chiesa cattolica, della Federazione delle Chiese evangeliche e dalla Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia.
“I ritocchi alla versione cattolica - nota padre Falsini - “comprendono due "anche" nella prima parte (per evitare la proporzionalità fra le due componenti: terra paragonata al cielo; il nostro perdono come misura di quello di Dio); la lettera maiuscola attribuita al Male, da intendersi in senso personale, cioè Satana”.
La preghiera ecumenica ha una dossologia finale, usata dai protestanti e presente nella Didachè, che è un testo del primissimo cristianesimo, e quindi oggi presente anche nel nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica: al termine del Pater Noster si aggiunge la chiusura classica nelle preghiere liturgiche della sinagoga nei tempi apostolici: “Tuo è il Regno, la potenza e la gloria, nei secoli dei secoli. Amen”.

illustrazione dell'artista Paolo Paschetto

4.

ARTE E FEDE

Il Padre Nostro 
di Paolo Paschetto

Paolo Paschetto (1885-1963), battista, nacque a Torre Pellice.
Professore all'Istituto di Belle Arti di Roma dal 1914 al 1948, fu artista polivalente, passando dalla xilografia alla grafica, dall'olio all'affresco.
Fu autore dello stemma della Repubblica Italiana, oltre a numerosi francobolli, compresa "la rondine" della prima emissione italiana di posta aerea.