FRATERNITA' NEWS / NELLA GRAZIA DEL SIGNORE, tra PROBANDATO e NOVIZIATO

Oggi, domenica 30 novembre, prima d'Avvento, nell'Aula S. Antonio, i probandi Anna Maria Gelsomini, Anna Maria Ludovisi, Antonino Fabio, Guido Bartolone, Rita Calandrino sono stati accolti in fraternità e ora iniziano il noviziato. Un bell'applauso della Fraternità ha sancito il loro ingresso.
A presiedere il Rito d'iniziazione è stato il ministo Marco Stocchi e il Padre assistente fr. Ernesto Dezza che ha raccolto ogni "aspettativa" che i novizi hanno espresso affidando nelle mani del Signore il progetto di vita d'ognuno. Che la data d'ammissione corrisponda poi con l'inizio della novena per l'Immacolata pone questo loro cammino sotto il manto di Colei che con il suo "Sì" all'opera dello Spirito Santo ne fa emblema di ogni scelta di vita consacrata.
Sarà loro maestra di formazione nei prossimi due anni di noviziato Assunta Salticchioli, che già li conosce avendone seguito i primi passi di conversione nel probandato.
La cerimonia d'iniziazione è stata vissuta con grande commozione da tutti i presenti, un momento di Grazia.

La fraternità ha avviato oggi il percorso di formazione dei tre nuovi probandi: Silvia, che già da tempo frequenta, Barbara e Paola. Verranno seguiti dal maestro di formazione Antonio Fasolo.

Chiudiamo questo post con il brano "Grazia straordinaria /Amazing Grace" eseguito al sax dalla probanda Silvia Ciaramella.

Papa Francesco / dalla "Lettera Apostolica a tutti i consacrati in occasione dell' "Anno della Vita Consacrata" / contributi

Papa Francesco nella Lettera Apostolica a tutti i consacrati in occasione dell'Anno della Vita Consacrata afferma: "Con questa mia lettera, oltre che alle persone consacrate, mi rivolgo ai laici che, con esse, condividono ideali, spirito, missione. Alcuni Istituti religiosi hanno un’antica tradizione al riguardo, altri un’esperienza più recente. Di fatto attorno ad ogni famiglia religiosa, come anche alle Società di vita apostolica e agli stessi Istituti secolari, è presente una famiglia più grande, la "famiglia carismatica", che comprende più Istituti che si riconoscono nel medesimo carisma, e soprattutto cristiani laici che si sentono chiamati, proprio nella loro condizione laicale, a partecipare della stessa realtà carismatica.

Incoraggio anche voi, laici, a vivere quest’ Anno della Vita Consacrata come una grazia che può rendervi più consapevoli del dono ricevuto. Celebratelo con tutta la "famiglia", per crescere e rispondere insieme alle chiamate dello Spirito nella società odierna. In alcune occasioni, quando i consacrati di diversi Istituti quest’Anno si incontreranno tra loro, fate in modo di essere presenti anche voi come espressione dell’unico dono di Dio, così da conoscere le esperienze delle altre famiglie carismatiche, degli altri gruppi laicali e di arricchirvi e sostenervi reciprocamente".


Assisi OFM - News - Papa Francesco ai consacrati propone la perfetta letizia del Santo d’Assisi
Papa Francesco nella Lettera Apostolica a tutti i consacrati in occasione dell’Anno della Vita

Cfr. anche http://www.cristianocattolico.it/rassegna-stampa-cattolica/formazione-e-catechesi/papa-francesco-invita-i-consacrati-a-rileggere-quanto-disse-nel-1994-al-sinodo.html

Papa Francesco invita i consacrati a rileggere quanto disse nel 1994 al Sinodo | formazione-e-catechesi | rassegna-stampa-cattolica
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ANNO B / PRIMA DOMENICA DI AVVENTO commento di Adelaide Rossi



F raternità in cammino 
annunciando il Vangelo




Bisogna essere operosi e fedeli, come dei servitori a cui il padrone abbia affidato, prima di partire,un compito preciso. Può giungere all’improvviso, a qualsiasi ora.

La parola che risuona al di sopra di tutte nel brano evangelico è: “Vigilate, vegliate!”
Veglie (dal latino vigiliae) erano dette dai romani le tre parti in cui era divisa la notte; di qui la parola passò ad indicare i turni di veglia delle sentinelle.
I cristiani indicarono con vigilia il tempo passato in preghiera e digiuno la notte che precedeva le grandi solennità, soprattutto la Pasqua. In questo senso vigilare significa rimanere svegli. Ma questo non è l’unico significato.
Vigilare è una parola molto usata nel linguaggio corrente. Ci sono istituti di vigilanza, urbana, notturna. Si vigila sui prezzi. Si rafforza la vigilanza contro il terrorismo. In tutti questi casi vigilare, non significa astenersi dal sonno, ma sorvegliare, essere preparati per non lasciarsi cogliere di sorpresa dagli eventi.
Questo senso metaforico è quello espresso dalle labbra di Gesù. Lo si vede nella serie dei verbi con cui è associato: “Vigilate e state attenti”, “Vigilate per non cadere in tentazione”, “Vigilate e pregate”, “Vigilate e state pronti” ….
Pronti a che cosa? L’evento dal quale non bisogna farsi cogliere impreparati è il ritorno di Cristo. State pronti, spiega Gesù con la parabola delle dieci vergini, significa tenere la lucerna della fede accesa, vivere riconciliati con Dio e con il prossimo.
Il grido di Gesù “Vegliate!” si dovrebbe, oggi, per molti tradurre con “dormite!”. La civiltà moderna ha turbato il ritmo naturale della vita, scandito in notte e giorno. Ha fatto della notte il tempo del chiasso, degli eccessi,  dello stordimento. Quante disgrazie sulla strada dovute alla violenza fatta al sonno! Questo dovrebbe essere l’eccezione, non la regola. Il Vangelo raccomanda la pratica delle veglie, non dei “veglioni”…
Adelaide Rossi, ofs

APPUNTAMENTI DICEMBRE

domenica 30 novembre
ore 9,30 – Lodi (in fraternità)
ore 10,00 – S. Messa
RIUNIONE MENSILE DI FRATERNITA’
con P. Ernesto Dezza
pranzo in condivisione fraterna
nel pomeriggio: Aula S. Antonio:
AMMISSIONI AL NOVIZIATO

Basilica di S. Antonio
dal 30 novembre - Novena dell’Immacolata
...  lunedì 8 dicembre: Festa dell’Immacolata 
ore 18.00 - S. Messa in basilica  
sabato 6 dicembre
CENTRO GIUSEPPINA BERETTONI
ore 16,00 – Santa Messa
nella Cappella Cesi della Basilica di S. Maria Maggiore

7 dicembre
Aperrtura del Mercato Missionario


domenica 21 dicembre
ore 9,30 – Lodi (in fraternità)
ore 10,00 – S. Messa
RIUNIONE MENSILE DI FRATERNITA’
con P. Ernesto Dezza
pranzo in condivisione fraterna
nel pomeriggio:: film di Natale
"Joyeux Noël. Una verità dimenticata dalla storia"
in occasione del Centenario della Grande Guerra 1914-2014

domenica 28 dicembreore 15,30
RIUNIONE DI FINE ANNO 
con tombolata

programma è in via di definizione

news / basilica di s. antonio al laterano




Cripta della basilica di S. Antonio

MERCATINO MISSIONARIO
FRANCESCANO

dal 7 dicembre al 7 gennaio

tutti i pomeriggi dalle ore 16 alle 19
domenica anche la mattina dalle 9 alle 13


news / basilica di s. antonio al laterano / IV MOSTRA DEL PRESEPE. "GESU' INFANTE" esposizione di santini. Dall'11 dicembre al 4 gennaio.




Cripta della basilica di S. Antonio

IV MOSTRA DEL PRESEPE

ed esposizione santini sul tema
GESU’  INFANTE

dall’ 11 dicembre al 4 gennaio


Presepe africano
della fraternità Ofs S. Antonio

in alto: Bambinello dell'Aracoeli
di Vito Macrì, ofs

ATTENZIONE: LA MOSTRA E' STATA PROROGATA FINO AL 16 GENNAIO

Redamatio: l’influsso del pensiero di Giovanni Duns Scoto sulla teologia della riparazione / Atto accademico della Pontifica Università Antonianium / Roma 10 novembre 2014



Redamatio è null'altro che ricambiare l'amore ricevuto amando: proprio su questo aspetto si è incentrato lunedì 10 novembre il tradizionale atto accademico in onore del beato Giovanni Duns Scoto, organizzato dalla Pontificia Università Antonianum e la Commissione Scotista Internazionale. 
L'incontro ha preso avvio con il Discorso e relazione sull’anno accademico 2013-2014 pronunciato dal Rettore Magnifico, prof.ssa Mary Melone, ed è proseguito con l'intervento del prof. Romuald Kośla sul tema Redamatio: l’influsso del pensiero di Giovanni Duns Scoto sulla teologia della riparazione, seguito dalla Relazione sui lavori in corso di fr. Josip B. Percan, Vicepresidente coordinatore della Commissione Scotista Internazionale.

SUSSIDI / Visualizza il PDF del  programma dell’iniziativa
o gli interventi registrati in video della
LINK
prof.ssa Mary Melone, il prof. Romuald Kośla, fr.Josip B. Percan e fr. Michael Anthony Perry.





Anno A - 33^ Domenica del T.O. commentata da Adelaide Rossi (Mt. 25,1-13)

33^ Domenica  del T.O.
(Mt. 25, 14-30)

Saremo giudicati in base allo sforzo con il quale avremo messo a frutti i doni di Dio. Non tanto verranno valutati i risultati in assoluto, poiché i doni di Dio sono diversamente distribuiti. 

Il Vangelo di questa domenica è la parabola dei talenti. Sentendo parlare di talenti pensiamo subito alle doti naturali di intelligenza, bellezza, forza, capacità artistiche. L’uso non è del tutto errato, ma è secondario.
Gesù non intendeva parlare dell’obbligo di sviluppare le proprie doti naturali, ma di far fruttare i doni spirituali da lui recati. A sviluppare le doti naturali ci spinge già la natura, l’ambizione, la sete di guadagno. A volte, anzi, è necessario tenere a freno questa tendenza a far valere i propri talenti perché essa può diventare facilmente carrierismo, smania di imporsi sugli altri.
 
I talenti di cui parla Gesù sono la parola di Dio, la fede, in una parola il regno da lui annunciato. In questo senso la parabola dei talenti si affianca a quella del seminatore. Alla diversa sorte del seme da lui gettato (produrre il 60%; rimanere sepolto sotto le spine; mangiato dagli uccelli), corrisponde qui il diverso guadagno realizzato con i talenti.

I frutti dei talenti naturali finiscono con noi o al massimo passano agli eredi; i frutti dei talenti spirituali ci seguono nella vita eterna e un giorno ci varranno l’approvazione del Giudice divino.

Il nostro dovere umano e cristiano non è solo di sviluppare i nostri talenti naturali e spirituali, ma anche di aiutare gli altri a sviluppare i loro. Nel mondo moderno esiste una professione, i talent-scout, cioè scopritori di talenti. Sono persone che sanno individuare dei talenti nascosti (pittore, cantante, calciatore…) e li aiutano a coltivare il loro talento e trovare chi li sponsorizza. 
Il Vangelo ci aiuta ad essere tutti dei talent-scout, non però per amore del guadagno, ma per aiutare chi non ha la possibilità di affermarsi da solo. L’umanità deve alcuni dei suoi geni o artisti migliori all’altruismo di una persona amica che ha creduto in essi e li ha incoraggiati, quando nessuno credeva in loro.
Un caso esemplare che mi viene alla mente è quello di Theo Van Gogh, che sostenne tutta la vita, economicamente e moralmente, il fratello Vincent, quando nessuno credeva in lui ed egli non riusciva a vendere nessuno dei suoi quadri. 

La prima lettura ci invita a soffermarci su un talento in particolare che è al tempo stesso naturale e spirituale: il talento della femminilità, il talento di essere donna. “Una donna perfetta chi potrà trovarla?”. Questo elogio, così bello, ha un difetto, che non dipende ovviamente dalla Bibbia ma dall’epoca in cui fu scritto e dalla cultura che essa riflette. Se ci si fa caso, si scopre che esso è interamente in funzione dell’uomo. La sua conclusione è: beato l’uomo che possiede una tale donna. Essa gli tesse bei vestiti, fa onore alla sua casa, gli permette di camminare a testa alta tra gli amici.

Noi non crediamo che “l’eterno femminino ci salverà”. L’esperienza quotidiana dimostra che la donna può “sollevarci in alto”, ma può anche farci precipitare in basso. Anch’essa ha bisogno di essere salvata da Cristo. Ma è certo che, una volta redenta da Cristo e “liberata”, sul piano umano, da antiche soggezioni, essa può contribuire a salvare la nostra società da alcuni mali inveterati che la minacciano: violenza, volontà di potenza, aridità spirituale, disprezzo della vita.

Carlo Carretto: SAPEVO CHE ERA GESU' , MA ...

 
"Intanto c’era qualcosa che si stampava dentro, nella mia carne, 
e non avrei saputo dirvi dove o come, oppure: perché fai così?
Sapevo però ch’era Gesù. E mi univa alla sua passione.
E mi svelava i segreti di Dio.
No. Non era possibile una rivelazione più vera di quella.
Se il mondo era stato creato lo si doveva a quello.
Se Gesù ci aveva redento si doveva a quello. 
Se il Padre ci perdonava sempre si doveva a quello.
Se la Chiesa non falliva nella marcia si doveva a quello.
L'abbraccio su di me si fece più forte. 
Sentii una fitta acuta nelle mani e sui piedi ma più ancora al cuore...
Non ne potevo più dal dolore
ma ero sostenuto da una Presenza che mi rendeva felice ...".

da Io,Francesco
di Carlo Carretto